ARTICOLI E DOCUMENTI RIGUARDO SCIENZA E TECNOLOGIA-NOTIZIE DELLE ULTIME SCOPERTE SCIENTIFICHE-LA SCIENZA VISTA CON LUCE CRISTIANA

domenica 30 agosto 2009

Influenza A, il virus si fa più aggressivo

l'h1n1 è il virus influenzale dominante nel mondo
Influenza A, il virus si fa più aggressivo
Attaccherà direttamente i polmoni, anche di persone perfettamente in salute e porterà complicazioni
MILANO- Il peggio deve ancora arrivare. Almeno per quel che riguarda l'influenza A. Lo spiega l'Organizzazione mondiale della sanità, secondo cui il virus si fa molto più aggressivo e attaccherà direttamente i polmoni, anche di persone perfettamente in salute, e richiederà un trattamento ospedaliero molto costoso.

L'ALLARME- L’Oms ha avvertito ieri che il virus A/H1N1, che ha provocato circa 2.200 morti in 177 Paesi, è diventato il virus influenzale dominante nel mondo, soppiantando ormai quello dell’influenza stagionale. L’Organizzazione ha sottolineato, in una nota, che in diversi luoghi dove l’epidemia si è diffusa «il virus pandemico H1N1 ha rapidamente preso piede ed è diventato il ceppo dominante di influenza nella maggior parte del mondo». L’Oms definisce «probabile» la dominazione del virus H1N1 questo inverno. Secondo gli ultimi dati, l’influenza A, dichiarata prima pandemia del ventesimo secolo l’11 giugno scorso, ha ucciso almeno «2.185 persone» e provocato 209.438 contagi in 177 Paesi.

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_29/influenza_oms_%20allarme_9b063d50-9484-11de-aa5b-00144f02aabc.shtml

Densitometria Ossea: un aiuto contro l’osteoporosi

Densitometria Ossea: un aiuto contro l’osteoporosi

Giuso R., Mondavio M., Ragusa G. News ASL 22 Regione Piemonte, 1997; Anno 1 N.1



Risultati e considerazioni dopo un anno di attività dell’ambulatorio di Densitometria di Acqui Terme.



La valutazione strumentale dell’0sso nell’osteoporosi viene effettuata mediante varie metodiche denominate Mineralometria Ossea Computerizzata (M.O.C.) o Densitometria ossea.

Tra queste le più diffuse sono: la mineralometria a singolo raggio fotonico, a doppio raggio fotonico, la densitometria a raggi X, la mineralometria mediante TAC.

Tali metodiche misurano la densità minerale dell’osso che è correlata con la massa ossea inversamente proporzionale al rischio di frattura.

La “densitometria” ossea ad ultrasuoni è la tecnica di più recente introduzione; a differenza di altre metodiche permette di valutare anche la “qualità” dell’osso ( le altre misurano solo la quantità) e presenta il notevole vantaggio di non utilizzare radiazioni e quindi non è pericolosa per il paziente e per l’operatore.

Le indicazioni ad eseguire tale indagine sono rappresentate dalla menopausa, dall’età senile, dalle fratture, dalla presenza di altri fattori di rischio per l’osteoporosi (farmaci, immobilizzazione ecc.) e da malattie in cui si può associare osteoporosi secondaria.

L’esame si effettua a livello del calcagno: la velocità degli ultrasuoni e la caratteristiche dell’onda ultrasonora sono proporzionalmente modificate dalla struttura ossea in caso di alterazioni quantitative e qualitative.



Il funzionamento dell’ambulatorio di “Densitometria” ad ultrasuoni.



L’ambulatorio di “densitometria” ad ultrasuoni, annesso al Modulo di Reumatologia, all’ambulatorio di Endocrinologia e gestito dalla Divisione di Medicina generale, è operativo dal mese di settembre del 1996.

E’ stato così possibile per gli utenti dell’ASL 22 (prevalentemente per quelli residenti nell’acquese e nell’ovadese) usufruire di un nuovo servizio precedentemente mancante e per il quale erano costretti a rivolgersi ad altre strutture pubbliche e/o private della provincia, della regione ed anche con disagi facilmente immaginabili.

L’esecuzione dell’indagine viene preceduta da un’anamnesi generale e particolare orientata nella ricerca mirata a fattori di rischio dell’osteoporosi.

Successivamente si procede alla visita, alla misurazione del peso e dell’altezza per il calcolo dell’indagine dell’indice di massa corporea.

Il risultato dell’esame viene espresso come nelle altre indagini per l’osteoporosi in T-score (confronto con i giovani adulti al picco di massa ossea) ed in Z-score ( confronto con i coetanei). Il dato ottenuto viene interpretato dall’operatore che tenendo conto delle caratteristiche del paziente è in grado di dare un indirizzo terapeutico e se necessario consigliare un approfondimento diagnostico.

In particolare viene sottolineata l’importanza della dieta e dell’esercizio fisico consegnando ai pazienti schemi dietetici e materiale contenente consigli sulle abitudini di vita e sui comportamenti da tenere.

Poiché l’approccio all’osteoporosi è interdisciplinare spesso vengono consultati altri specialisti ( fisiatra, ginecologo, ortopedico, ecc. oltre che naturalmente il reumatologo e l’endocrinologo) con i quali ormai esiste una proficua collaborazione.

Inizialmente l’ambulatorio si svolgeva in una sola seduta settimanale, successivamente portata a due, a causa della elevata domanda, allo scopo di ridurre i tempi di attesa (attualmente è allo studio la possibilità pratica di arrivare a tre sedute settimanali da questo autunno).



Risultati



Nel primo anno di attività sono stati sottoposti a densitometria ad ultrasuoni 728 pazienti (dei quali 588 esterni e 240 interni ricoverati in ospedale) tra i quali sono stati nettamente preponderanti quelli di sesso femminile (705 pari al 96,8%). A tutti i pazienti è stato dato un indirizzo terapeutico comprendente dieta e/o farmaci (in particolare estrogeni, bisfosfonati, vit D, calcio, anabolizzanti, analgesici ecc.).

A 226 pazienti (31%) è stata considerata consulenza specialistica ed a 352 (46%) un ulteriore approfondimento diagnostico mediante il dosaggio dei marker biochimici dell’osteoporosi (calcio, fosforo, isoenzima osseo della fosfatasi alcalina, desossipiridinolina urinaria).

I medici addetti hanno presentato le loro esperienze e i loro risultati in alcuni congressi nazionali: congresso nazionale della società italiana di Reumatologia, seminario di studi reumatologici, congresso nazionale della società italiana dell’osteoporosi e in alcuni corsi di aggiornamento per gli operatori sanitari dell’ASL (Reparto ospedaliero – Laboratorio di Analisi – Territorio insieme per l’interesse del cliente – L’osteoporosi – Menopausa serena).

Prossimamente presenteranno alla Giornata torinese sull’osteoporosi una relazione dal titolo: “ Le indicazioni della densitometria ad ultrasuoni nella diagnostica dell’osteoporosi”.



Conclusioni



L’evoluzione tecnologica ha permesso di raggiungere nell’osteoporosi la diagnosi con strumenti sempre meno invasivi. La tecnica che utilizza gli ultrasuoni rappresenta una metodica equilibrata tra l’assenza di invasività e la precisione diagnostica.

Occorre considerare inoltre che in una malattia sociale come l’osteoporosi, proprio perché è una malattia con una elevata prevalenza, il valore dei costi è fondamentale nella gestione sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico.

Il densitometro ad ultrasuoni in questo senso rappresenta l’apparecchiatura più vantaggiosa dal punto di vista del bilancio costo-beneficio tanto da essere considerato da alcuni autorevoli studiosi lo strumento del futuro nello screening dell’osteoporosi.

I costi di esercizio e manutenzione sono bassissimi ed il costo iniziale contenuto. Questo si aggiunge alla semplicità nell’esecuzione dell’esame da parte di un singolo operatore (senza l’ausilio del personale infermieristico) ed alla mancanza assoluta di esposizione a radiazioni nei confronti di altre mineralometria.

L’apparecchiatura oltretutto è potenzialmente trasportabile, quindi l’esame può essere eseguito anche in strutture extraospedaliere (distretti, ambulatori periferici, struttura termale).



http://digilander.libero.it/ragusa/do.htm

domenica 23 agosto 2009

La vita artificiale scoperta da Venter ha un sapore molto finanziario...

[ 21 agosto 2009 ] Economia ecologica | Rifiuti e bonifiche


La vita artificiale scoperta da Venter ha un sapore molto finanziario...
Marcello Buiatti: «Il fine reale di queste mirabolanti operazioni è non tanto di guadagnare sul prodotto ma dalle operazioni che puoi fare sul mercato azionario e dalle royalty che derivano dall'avere i brevetti»


LIVORNO. L'ultimo scoop di Craig Venter, il biologo americano famoso alle cronache per aver anticipato di un soffio al progetto Genoma umano la sequenza del Dna, è stata pubblicata su Science e riguarda la creazione in laboratorio di un batterio su cui è stata trasferita l'intera sequenza cromosomica di un lievito.

Quindi su una cellula procariote , ovvero una priva di un nucleo ben definito e delimitato dalla membrana come quella di un batterio è stato trasferito il genoma di un eucariote, in questo caso un lievito, ovvero di un organismo (mono o pluricellulare) dotato di un nucleo delimitato da membrana e di altri organuli cellulari.

Come la solito si parla già di nuovi passi verso la vita artificiale e come al solito questa scoperta è destinata a far discutere, anche per le possibili applicazioni che potrebbe avere.

Ma a cosa serve davvero l'aver messo a punto un organismo di questo genere? Lo abbiamo chiesto a Marcello Buiatti, genetista di chiara fama internazionale.

«E' sicuramente una scoperta interessante da un punto di vista tecnico e scientifico, perché è una estensione della normale ingegneria genetica. Già si sapeva che se metti geni di un organismo in un altro organismo questi si esprimono nell'organismo che li ha ricevuti ed è una tecnica ampiamente usata nei batteri. Quindi è interessante per le tecniche usate ma non ha niente di sensazionale e soprattutto non si è creata la vita e quindi non c'è niente di mistico».

Si dice che questi batteri potranno servire per applicazioni importanti.
«L'ingegneria genetica sui batteri con funzioni importanti si fa già dagli anni '70 e dal 1985 si produce insulina attraverso l'introduzione del gene umano che ne è alla base su un batterio. Si sono avuti successi e buone applicazioni almeno in 20 o 30 casi, ma si tratta sempre di far produrre ad un batterio una proteina inserendo nel suo genoma il gene che sta alla base della sua produzione. Se vai a mettere più geni in un batterio non vedo quali possano essere le applicazioni imminenti, perché in questo caso il risultato non è la somma ma l'interazione che ne può scaturire e questa va conosciuta molto bene, così le interazioni che un batterio del genere potrebbe avere con gli altri organismi con i quali viene messo in contatto. E qui nasce il problema ambientale».

Quindi l'ipotesi di creare batteri che potrebbero servire per bonificare siti inquinati non è così semplice?
«Di batteri in natura capaci di disinquinare già ne esistono e vengono utilizzati, come nel caso della contaminazione da petrolio. Ma se immetti un nuovo organismo di cui non conosci le caratteristiche di interazione con l'ambiente circostante puoi operare uno stravolgimento peggiore di quello che cerchi di risolvere. Bisogna sapere le interazioni che questo può provocare con l'ecosistema in cui lo immetti, se può essere invasivo, se può stravolgere la catena trofica. E' una strada che è stata percorsa per ottenere le armi biologiche e non ha portato nulla di buono».

Ma allora quale può essere l'interesse per fare questo genere di ricerche?
«Oltre a quella di mettere a punto tecniche molto interessanti dal punto di vista scientifico e di studiare le interrelazioni tra procarioti ed eucarioti, che non mi sembrano però gli obiettivi prioritari di Craig Venter, che ho conosciuto e quindi lo posso dire, l'interesse è quello di ottenere brevetti e quotazioni su Nasdaq».

Quindi un interesse di natura finanziaria?
«Il fine reale di queste mirabolanti operazioni è infatti quello non tanto di guadagnare sul prodotto ma dalle operazioni che puoi fare sul mercato azionario e dalle royalty che derivano dall'avere i brevetti. Un'operazione come questa di brevetti può farne registrare almeno un centinaio e quindi ha un valore economico importante. Così come l'effetto mediatico ha l'effetto di far alzare i titoli azionari. Venter è molto bravo sia come tecnico che come finanziere. Il punto importante da evidenziare, in questo come in altri casi, è che quando metti a punto ricerche che non sono direttamente dannose, ma che hanno un alto valore simbolico da un punto di vista della finanza si continua a perpetrare un modello di finanziarizzazione dell'economia che ha mostrato in maniera evidente con l'ultima crisi globale che è un modello che non funziona e che andrebbe radicalmente cambiato».

Lucia Venturi

http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=673

martedì 4 agosto 2009

Asteroide grande quanto la Terra si schianta su Giove, la scoperta è di un astrofilo

Scienza

Asteroide grande quanto la Terra si schianta su Giove, la scoperta è di un astrofilo
22 luglio 2009. Un astronomo dilettante australiano di un villaggio a nord di Canberra ha fatto una rara scoperta due notti fa che ha elettrizzato gli scienziati della Nasa. Il programmatore di computer Anthony Wesley, di 44 anni, ha catturato con il suo telescopio da 37 cm montato in giardino immagini della zona di impatto di una massiccia cometa o asteroide, di dimensioni simili alla Terra, entrato in collisione con il pianeta Giove. "Mi ci è voluto del tempo per rendermi conto che una macchia scura che ruotava nelle nubi di Giove era in realtà l'impatto di una collisione, la prima ad essere vista dagli astronomi da quando la cometa Shoemaker si schiantò sul gigante gassoso nel 1994.
La scoperta è stata confermata dalla Nasa, l’agenzia spaziale statunitense, che ha potuto verificare la segnalazione avvalendosi di un potente telescopio a raggi infrarossi situato nelle Hawaii. Le immagini mostrano la zona dell’impatto, una "cicatrice" nera vicino al Polo Sud del pianeta, con gas visibili in immagini a infrarossi e detriti più a nord ovest.
Gli scienziati della Nasa sono al lavoro per studiare le immagini e condurre ulteriori osservazioni. “È molto singolare - ha commentato l’astronomo Glenn Orton della Nasa a capo delle osservazioni - che la scoperta sia avvenuta lunedì quando ricorreva sia l’anniversario dello sbarco sulla Luna che l’anniversario dell’impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 sulla superficie di Giove”.

http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/09/07/astronomia_asteroide_su_giove_555.html

Come funziona la Ru486

31/7/2009 (13:23) - LA SCHEDA
Come funziona la Ru486
Ecco come funziona la Ru486, il farmaco che consente di interrompere la gravidanza senza sottoporsi ad intervento chirurgico, autorizzato ieri in Italia dal Cda dell’Aifa. È da premettere che ogni Paese in cui la pillola abortiva è commercializzata ha delle regole e delle scadenze precise: la Ru486 può infatti essere assunta entro un certo periodo di tempo, calcolato in settimane, che varia da nazione a nazione.

1) In Italia, accertato con un’ecografia che la gravidanza sia all’interno dell’utero e di un periodo inferiore a sette settimane, e completate le procedure della legge 194, il medico somministra il mifepristone. Questa molecola blocca i recettori del progesterone sulla mucosa e sulla muscolatura dell’utero, aumentandone l’eccitabilità e favorendo la dilatazione del collo. Nel 70% dei casi l’interruzione della gravidanza avviene entro le 4 ore dalla somministrazione del primo farmaco, nel restante 30% entro le 24 ore successive.

2) Trascorse 24-36 ore, viene somministrata una prostaglandina che induce contrazioni uterine ed espulsione dei tessuti embrionali. È prevista la permanenza della paziente per 3/4 ore in ospedale. Mel 70% dei casi l’espulsione del feto avviene entro le 4 ore. Il ricorso all’intervento chirurgico è necessario nel 2% dei casi.

3) Dopo circa 10/14 giorni la donna torna in ospedale per il controllo. L’Emea, nelle sue indicazioni, non prevede il ricovero.

http://www.lastampa.it:80/redazione/cmsSezioni/cronache/200907articoli/46024girata.asp

Romano: «Con la Ru486 aborto 10 volte più rischioso»

Romano: «Con la Ru486 aborto 10 volte più rischioso» / di Maria Lombardi

di Maria Lombardi
ROMA (1 agosto) - Contro la pillola abortiva c’è stato un attacco molto forte. Al di là dell’aspetto etico, quali sono le vostre critiche?
«Abbiamo delle serie perplessità sotto il profilo scientifico, procedurale, oltre che etico. Innanzitutto la pillola abortiva non può assolutamente essere considerata una semplificazione», spiega il professore Lucio Romano, ginecologo e copresidente dell’Associazione ”scienza e vita”.

Quali sono le perplessità scientifiche?
«In base ai dati di una vasta letteratura scientifica l’aborto chimico è 10 volte più rischioso di quello chirurgico, lo confermano anche recentissimi studi pubblicati su prestigiose riviste di settore. E’ stato evidenziato anche che c’è una difficoltà di monitorare le donne dopo l’assunzione del farmaco perché la maggior parte non si presenta ai controlli successivi. Senza contare poi che c’è una totale incompatibilità tra la pillola Ru486 e la legge sull’aborto».

In che cosa?
«L’articolo 8 della legge 194 prevede che l’interruzione di gravidanza avvenga all’interno dell’ospedale. E invece con la Ru486 accade che la donna, una volta assunto il farmaco, torni a casa e lì abortisca. Eppure ci sono due documenti del Consiglio superiore di Sanità, uno del marzo 2004 e un altro del dicembre 2005, che a proposito sono chiarissimi: l’aborto farmacologico ha una sicurezza equivalente a quello chirurgico solo a condizione che sia effettuato all’interno di un ospedale pubblico e che la donna resti ricoverata fino a interruzione di gravidanza avvenuta».

E invece cosa accade solitamente?
«Nella maggior parte dei casi, laddove la pillola è adottata, alla paziente viene somministrata la Ru 486 in day-hospital e poi l’espulsione dell’embrione avviene a casa a distanza di giorni. Nel 95-98% dei casi l’evento si verifica entro i 14 giorni. Impensabile che una paziente sia trattenuta in ospedale per un periodo così lungo. Ci dovranno essere dei protocolli che rendano la pillola abortiva compatibile con la legge 194. Comunque sia, con la Ru486 l’aborto è vissuto dalla paziente nella solitudine della sua casa, viene privatizzato e banalizzato. Si dimentica la complessità dell’evento, si trascurano le possibili reazioni emotive della donna che assiste all’espulsione. Inoltre l’aborto farmacologico va deciso entro il 49° giorno, non c’è tempo per ripensamenti».

Come vi opporrete alla decisione dell’Aifa?
«Ancora non lo sappiamo. Ci chiediamo però come mai non venga reso noto il parere del comitato scientifico dell’Aifa. Da quel che ne sappiamo nel corso del dibattito si è parlato molto della pericolosità della pillola».

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=20503&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=

La scoperta Dall’età del rame arriva Nello

La scoperta Dall’età del rame arriva Nello
Una sensazionale scoperta. Una tomba risalente al terzo millennio avanti Cristo, ancora integra, con all’interno lo scheletro umano di una persona (un antico guerriero) e il suo ricco corredo funebre. È successo a maggio, quasi per caso. A trovarla furono i carabinieri in volo sopra il poligono di tiro di Torre Astura, a Nettuno. Ieri la cerimonia di presentazione nella caserma di via Anicia per la gioia dei fotografi.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=371128

giovedì 23 luglio 2009

I Mattoni della Scienza



I Mattoni della Scienza

IDEE CHIAVE DELLA SCIENZA
Come gli antichi affermavano, «nulla viene dal nulla» e se oggi la scienza e la tecnologia sono diventate protagonisti importanti della vita di tutti i giorni, lo si deve anche a tutte quelle osservazioni e riflessioni che, nei millenni, si sono accumulate di generazione in generazione fino a costituire un sapere, una cultura. infatti le idee sulle ali si basa l’edificio scientifico sono nate in un tempo assai lontano quando «gli amici della scienza», i filosofi, erano considerati gli unici depositari della verità.

«FARSI LE PULCI» A VICENDA
Un’abitudine degli scienziati, criticata dalla maggior parte della gente comune, è il rifiutarsi di dare risposte chiare a quelle che sembrano domande chiare.
Essi parlano di «scoperte preliminari» e di «necessità di ulteriori conferme» deludendo così i lettori o i telespettatori insoddisfatti che, in genere, si aspettano solo di sentire buone notizie circa l’efficacia di un nuovo farmaco o di avere informazioni sicure su oggetti stellari di nuova scoperta.
D’altro canto, gli scienziati, mentre non avrebbero problemi a dare giudizi sulle squadre di calcio o sui fatti politici del giorno, sono restii a dare conclusioni basandosi sui risultati dei loro esperimenti.

Il fatto è che la scienza è essenzialmente un’attività «sociale». L’immagine di pensatori solitari, che vivono in disparte, è molto diffusa.
Si pensa ad lsaac Newton, solo in un frutteto in campagna, che riflette sulla gravità o ad Albert Einstein, immobile su un ponte mentre guarda nell’acqua del fiume il riflesso dello spazio curvo, ignaro della folla che gli passa accanto.
Quest’immagine di solitudine, tuttavia, è falsa e incompleta. Le idee di un Newton o di un Einstein, come le scoperte e le invenzioni di altri ricercatori, per essere accettate devono essere verificate ed esaminate dalla comunità scientifica. La linfa vitale della scienza è un rigoroso atteggiamento critico.

È fondamentale che ogni esperimento sia riproducibile e che le condizioni in cui deve svolgersi siano chiaramente specificate, in modo che possa essere ripetuto senza errori.
Le ragioni di questa necessità sono essenzialmente due.
Innanzitutto gli scienziati sono esseri umani, con tutti i difetti degli esseri umani, compresa la volontà di ... imbrogliare il prossimo.

Fu Galileo a stabilire questi principi e per questo motivo viene considerato il fondatore della scienza moderna.

Così come esiste la disonestà nel mondo degli affari, allo stesso modo vengono occasionalmente alla luce esempi di ricercatori che hanno pubblicato dati non veritieri e il loro smascheramento avviene di solito quando altri scienziati non riescono a riprodurre le stesse scoperte.
Secondariamente, perfino una persona di indiscussa integrità può sbagliarsi: può, per esempio, interpretare male certi dati e pervenire a conclusioni sbagliate.

Consideriamo un biochimico che, con i suoi assistenti, stia studiando il modo in cui viene riprodotta la vitamina C nelle patate. Dopo aver condotto scrupolosamente una serie di prove, egli ritiene di avere dimostrato che le caratteristiche chimiche del terreno sono il fattore responsabile della produzione della vitamina C. Così egli pubblica i suoi risultati, insieme con le condizioni in cui svolgere gli esperimenti, e riporta le sue conclusioni. Ciò interessa altri due gruppi di ricercatori, che decidono di studiare lo stesso fenomeno e tentano di ripetere l’esperimento. Ma non riescono a confermare i risultati ottenuti dal collega e pubblicano dati discordanti. I tre gruppi allora si riuniscono, confrontano i dati e alla fine si rendono conto che il fattore che influiva sulla sintesi della vitamina C nel primo esperimento non era la sua maggiore o minore acidità (cioè il suo pH) ma un micronutriente minerale, la cui concentrazione seguiva parallelamente il pH di quel terreno. Lo stesso minerale era assente nel terreno usato dagli altri due gruppi. Il primo biochimico aveva tratto, del tutto in buona fede, una deduzione sbagliata, e il suo errore non sarebbe mai stato scoperto se altri non si fossero posti l’obiettivo di ripetere il suo esperimento.

Queste controversie possono durare tempi lunghissimi. Ci vollero, per esempio, 21 anni per condurre a termine una ricerca sull’esistenza di una serie di ormoni prodotti dal cervello che regolano diverse funzioni dell’organismo.
Che lo sperimentatore sia un giovane assistente o un premio Nobel, non fa differenza. Il lavoro di uno scienziato è credibile solo se può essere ripetuto da altri. La riproducibilità dell’esperimento è la garanzia della sua validità.

I MODELLI: COME CAPIRE LA REALTÀ SEMPLIFICANDOLA
Quando si parla di modelli si pensa di solito agli aeroplani e alle automobiline-giocattolo. Per gli scienziati e gli ingegneri questa parola rappresenta invece uno dei principi del metodo scientifico: i modelli aiutano a capire meglio come funzionano le cose.
In altre parole, i modelli scientifici forniscono una rappresentazione semplificata, ma realistica, della realtà. Perciò non sono soltanto ricostruzioni in scala ridotta fatte di legno, plastica o metallo, ma possono anche essere rappresentazioni simboliche, sotto forma di diagrammi o di formule matematiche.

Per esempio, la mappa della metropolitana di Milano è un modello che semplifica (e altera) l’aspetto geografico della città perché si limita ad indicare il più chiaramente possibile come raggiungere il luogo desiderato.
Allo stesso modo, lo schema di un circuito telefonico è un modello in cui viene omessa ogni descrizione dei componenti tecnici, così da mettere in evidenza il ruolo fondamentale dei vari pezzi che compongono il sistema.
E ancora: il modello del pubblico di un auditorio (anch’esso in scala ridotta), impiegato per provarne l’acustica, serve soltanto a rappresentare l’effetto acustico delle onde sonore sul corpo umano. Per questa ragione i modelli che fungono da spettatori non devono necessariamente avere l’aspetto di persone in carne e ossa.
Il modello del Concorde, invece, è esattamente uguale all’originale perché il suo scopo è quello di determinare le caratteristiche aerodinamiche del prototipo.
Gli ultimi due esempi si riferiscono a modelli usati nel campo dell’ingegneria; la loro funzione primaria è quella di studiare alcune caratteristiche particolari del prodotto, prima di passare alla costruzione del prototipo a grandezza naturale. Questi modelli permettono di scomporre un problema complicato in una serie di problemi più piccoli e più facilmente affrontabili.

Nella scienza invece - che come è noto differisce dalla tecnologia - i modelli sono soprattutto strumenti concettuali che consentono di spiegare certi aspetti del mondo fisico. Quindi anche una teoria scientifica è un modello; ma siccome una teoria tende sempre a semplificare la realtà, capita di rado che, alla fine, la realtà corrisponda esattamente a quanto previsto dai modelli, per accurati che siano.

Inoltre un modello può essere perfetto in certe condizioni e pessimo in altre; per esempio, il modello della relazione tra pressione, volume e temperatura di un gas va benissimo se quest’ultima è sufficientemente elevata. Ma a temperature vicine al punto di liquefazione del gas il modello è meno preciso e la sua precisione diminuisce proporzionalmente alla temperatura. Tale modello verrà allora definito "non valido" e bisognerà cercarne un altro.

Gli scienziati costruiscono l’immagine del mondo sulla base di questi modelli. Ciò non significa che essi «credano» ciecamente nei loro modelli. Anzi, ogni modello, come ogni teoria scientifica, è sempre considerato provvisorio, in attesa di uno migliore.

Ma non sono solo gli scienziati e gli ingegneri a usare i modelli per chiarire il loro pensiero: Io facciamo tutti.Ciò che è essenziale avere sempre presente è che ogni modello costituisce una semplificazione; anche un mappamondo è una rappresentazione del mondo, un modello globale e nessuno deve pretendere di ritrovarvi la torre di Pisa o le piramidi d’Egitto.

Un errore da evitare è quello di considerare il modello come una sfera di cristallo per prevedere il futuro; semmai, esso è una sfera di cristallo per cambiare il futuro.
Esso non ci dice quello che avverrà perché così è scritto da qualche parte; ci dice quello che sicuramente avverrà se noi non interveniamo: cioè, se non cambiamo modello.

Occorre anche osservare che con la parola "Teoria" non si vuole indicare una qualunque congettura, tale che una vale l'altra, ma un modello ragionato, plausibile e realistico, basato su dati di fatto verificati.
E' inoltre importante che la teoria sia corredata da un apparato matematico, che permetta di calcolare rigorosamente il comportamento.
Per alcune branche della scienza (es. fisica) questo è possibile (e doveroso) mentre per altre (es. psicologia) non lo è o lo è in misura minore (es. medicina, economia).
Per queste ultime occorre pertanto raddoppiare le cautele nell'utilizzo delle conclusioni raggiunte.
Si deve osservare anche che per queste ultime c'è più spazio per opinioni personali ed è quindi possibile il fiorire di differenti "scuole di pensiero", mentre per le prime generalmente no, poichè i risultati espressi in forma rigorosamente matematica sono inconfutabili.

QUALCHE ALTRA RIFLESSIONE SULLE TEORIE SCIENTIFICHE
Per poter parlare della natura dell’universo e discutere problemi del tipo se ci sia stato un inizio dell’universo e se e quando ce ne sarà una fine, occorre avere ben chiaro che cosa sia una teoria scientifica.

Una teoria
per essere una buona teoria scientifica
deve soddisfare due richieste:
1. descrivere con precisione una grande massa di osservazioni sulla base di un modello contenente solo qualche elemento arbitrario;
2. fare predizioni ben definite sui risultati di future osservazioni.

Per esempio, la teoria di Aristotele che ogni cosa fosse composta da quattro elementi - terra, acqua, aria e fuoco - era abbastanza semplice per poter essere presa in considerazione ma non faceva alcuna predizione ben definita.
D’altra parte la teoria della gravitazione di Newton si fondava su un modello ancora più semplice, in cui i corpi si attraevano l’un l’altro con una forza che era proporzionale a una quantità, chiamata la loro massa, e inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra loro.
Eppure questa teoria predice con un alto grado di precisione i moti del Sole, della Luna e dei pianeti.

Qualsiasi teoria è sempre provvisoria; in fondo, a ben pensare, anch’essa è solo un’ipotesi: una teoria non può cioè mai essere provata in modo definitivo e indiscutibile.
Anche se i risultati di molti esperimenti si sono dimostrati in accordo con una teoria, non si può mai essere sicuri di non ottenere la prossima volta un risultato che la contraddica.
D’altra parte si può confutare una teoria trovando anche un solo risultato che sia in disaccordo con le sue predizioni.

Ogni volta che nuovi esperimenti forniscono risultati in accordo con le predizioni, la teoria sopravvive e la nostra fiducia in essa aumenta; ma se troviamo una nuova osservazione che non si concilia con le predizioni, dobbiamo abbandonare o modificare la teoria.
Questo, almeno, è quanto dovrebbe accadere, ma si può sempre mettere in discussione la competenza della persona che ha eseguito le osservazioni.

In pratica, spesso accade che una nuova teoria sia in realtà solo un’estensione della teoria precedente. Per esempio, osservazioni molto precise sul pianeta Mercurio rivelarono una piccola discrepanza fra il suo moto orbitale e le predizioni della teoria della gravitazione di Newton.
La teoria generale della relatività di Einstein prediceva questo moto, leggermente diverso da quello annunciato dalla teoria di Newton. Il fatto che le predizioni della teoria di Einstein fossero in accordo con le osservazioni, mentre quelle della teoria di Newton risultassero inesatte, fu una conferma della nuova teoria.
Noi oggi continuiamo però a usare ai fini pratici la teoria di Newton perché nelle condizioni e nelle situazioni in cui normalmente si ricorre a tale teoria, la diversità tra ciò che Newton aveva sostenuto e ciò che gli attuali scienziati affermano è del tutto trascurabile.

Uno degli scopi principali della scienza attuale è proprio quello di riuscire a trovare una teoria completa e soddisfacente che descriva l’intero universo.
In fondo, se ci si pensa bene, fino dall’alba della civiltà l’uomo si è posto queste stesse domande. Chissà che non possiamo essere testimoni delle risposte che si aspettano!


http://www.geocities.com/codadilupo_2000/MS.htm

mercoledì 22 luglio 2009

TEST SALIVA PREDICE RISCHIO PARTO PREMATURO

TEST SALIVA PREDICE RISCHIO PARTO PREMATURO
AGI) - Londra, 22 lug. - Un semplice test della saliva potrebbe contribuire a ridurre le nascite premature potenzialmente pericolose. Il test, messo a punto al King's College di Londra, individua le donne incinte che potrebbero far nascere prematuramente il loro bambino attraverso la misurazione dei loro livelli di progesterone, l'ormone che aiuta a fermare le contrazioni del grembo prima del termine di 40 settimane. Le donne con un basso livello di ormone sono quelle a rischio di partorire con piu' di sei settimane di anticipo. Grazie al test, sono convinti gli scienziati, si potranno ridurre le nascite premature, prima delle 37 settimane di gestazione, che sono piu' a rischio di complicanze mediche, difficolta' di apprendimento e altri handicap. Le donne che attraverso il semplice test della saliva risulteranno piu' a rischio potranno essere monitorate con piu' attenzione e aiutate, se necessario, con robuste dosi supplementari di ormoni. "La saliva e' facile da raccogliere - spiega il capo dei ricercatori Lucilla Poston del King's College di Londra - non vi e' alcuna necessita' di un ago o di un campione di sangue e sarebbe meraviglioso se, in futuro, potremo chiedere a una donna incinta di darci solo un piccolo campione di saliva per sapere se rischia una nascita prematura". I ricercatori del King's College di Londra hanno analizzato i campioni di saliva di 92 donne tra le 24 e le 34 settimane di gravidanza. Le future mamme erano state identificati come a rischio di parto prematuro per aver avuto precedenti aborti, nascite premature o infezioni. I livelli di progesterone sono risultati inferiori nella saliva delle 12 donne che hanno partorito prematuramente. Lo studio e' stato pubblicato nel BJOG: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology.

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200907221143-hpg-rsa0011-test_della_saliva_predice_rischio_parto_prematuro

Febbre suina, verso vaccino per 15,4 mln di italiani

Esteri
"Nessun limite ai viaggi perché di scarso impatto. Serve puntare su sorveglianza e corretta gestione dei casi"
Febbre suina, verso vaccino per 15,4 mln di italiani tra 2-27 anni. Welfare: acquistate 48 mln di dosi

ultimo aggiornamento: 22 luglio, ore 17:50
Roma (Adnkronos Salute) - Il ministro del Welfare Sacconi intervenendo al Question Time alla Camera: "I primi a essere vaccinati, entro la fine del 2009, saranno il personale sanitario e i soggetti a rischio per patologie". In totale, compresi bambini e i ragazzi, sarebbero immunizzate circa 24 milioni di persone , più di un terzo di connazionali. Al via in Australia i primi test di sperimentazione sull'uomo. Il commissario Ue: "In estate più casi visti i maggiori flussi turistici"


Roma, 22 lug. (Adnkronos Salute) - Le autorità sanitarie italiane stanno considerando di vaccinare anche 15,4 milioni di italiani tra i 2 e i 27 anni contro il virus H1N1. "La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario -ha precisato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenendo oggi al Question Time alla Camera- che dovrà assistere i malati, e ai soggetti a rischio per patologie: per un totale di 8,5 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono più facilmente suscettibili di tale infezione, e quindi potenziali serbatoi di diffusione, si sta considerando di vaccinare anche la fascia di popolazione, 15,4 milioni di soggetti tra 2 e 27 anni da gennaio 2010".




Dunque in totale, se venissero immunizzati anche i bambini e i ragazzi, si tratterebbe di vaccinare circa 24 milioni di persone nel Paese, più di un terzo degli italiani. Non a caso, il ministro Sacconi ha detto che "un ciclo vaccinale è costituito da 2 dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico dalla fine di novembre a gennaio 2010".

Sacconi fa sapere anche che in Italia è previsto un aumento di casi "ma non desta particolare preoccupazione. Sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera dell'influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati, e per la ricerca dei contatti". Insomma, i filtri per tenere il virus A/H1N1 lontano dalla Penisola finora hanno retto. "In Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di nuova influenza a 320, di cui solo 4 non legati a viaggi. In Europa - ha aggiunto - sono 17.181 di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna".

E ci tiene a precisare che sull'apertura delle scuole non c'è stato nessun dissenso nel Governo, tornando sulle dichiarazioni del viceministro alla Salute rilasciate qualche giorno fa, a cui sono seguite molte polemiche. Poi ricorda che contro la diffusione dell'influenza A "l'Oms non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione dei viaggi internazionali", misure che hanno "scarso impatto sulla diffusione dell'infezione".

Intanto sono partite le prime sperimentazioni sull'uomo per testare il vaccino. A dare il via ai test è l'Australia, uno dei Paesi più colpiti dal virus H1N1 con oltre 14.700 contagi e 41 vittime all'attivo. Due aziende biotecnologiche, la Vaxine e la Commonwealth Serum Laboratories (Csl), hanno iniziato le sperimentazioni su 540 volontari adulti.

A indurre il governo di Canberra a correre rapidamente ai ripari, il fatto che nel Paese sia ormai alle porte la stagione dell'influenza tradizionale, il che potrebbe 'incattivire' il virus H1N1 rendendolo maggiormente aggressivo. Intanto le due aziende stanno testando il vaccino somministrandone una dosa singola ad alcuni e una doppia ad altri volontari: obiettivo determinarne i dosaggi. In seconda battuta, ovvero nei primi giorni di agosto, inizieranno le sperimentazioni sui bambini. Ci vorranno sette mesi prima che i test vengano completati, ma la Csl ritiene che i primi risultati saranno sufficienti per iniziare le vaccinazioni gia' in ottobre.

Dal canto suo l'Ue ha fatto sapere che il numero di persone contagiate dalla nuova influenza A aumenterà nel corso dell'estate. Ad affermarlo il commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou, invitando i cittadini europei a mantenere la calma e restare vigilanti. "Ci aspettiamo che il numero dei contagi registrerà un aumento durante il periodo estivo, visti i maggiori flussi turistici", ha detto Vassiliou nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, aggiungendo: "Temiamo inoltre che in autunno la normale influenza stagionale possa unirsi alla pandemia aumentando la mortalità". In ogni caso, ha spiegato ancora il commissario, "ai cittadini europei dico che si devono sentire sicuri perché saranno informati. Bisogna mantenere la calma e restare vigilanti perche' nessuno di noi sa come questo virus evolvera'".

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3570777537

ASTRONOMIA: ASTEROIDE SI SCHIANTA SU GIOVE

Scienza

Asteroide grande quanto la Terra si schianta su Giove, la scoperta è di un astrofilo
22 luglio 2009. Un astronomo dilettante australiano di un villaggio a nord di Canberra ha fatto una rara scoperta due notti fa che ha elettrizzato gli scienziati della Nasa. Il programmatore di computer Anthony Wesley, di 44 anni, ha catturato con il suo telescopio da 37 cm montato in giardino immagini della zona di impatto di una massiccia cometa o asteroide, di dimensioni simili alla Terra, entrato in collisione con il pianeta Giove. "Mi ci è voluto del tempo per rendermi conto che una macchia scura che ruotava nelle nubi di Giove era in realtà l'impatto di una collisione, la prima ad essere vista dagli astronomi da quando la cometa Shoemaker si schiantò sul gigante gassoso nel 1994.
La scoperta è stata confermata dalla Nasa, l’agenzia spaziale statunitense, che ha potuto verificare la segnalazione avvalendosi di un potente telescopio a raggi infrarossi situato nelle Hawaii. Le immagini mostrano la zona dell’impatto, una "cicatrice" nera vicino al Polo Sud del pianeta, con gas visibili in immagini a infrarossi e detriti più a nord ovest.
Gli scienziati della Nasa sono al lavoro per studiare le immagini e condurre ulteriori osservazioni. “È molto singolare - ha commentato l’astronomo Glenn Orton della Nasa a capo delle osservazioni - che la scoperta sia avvenuta lunedì quando ricorreva sia l’anniversario dello sbarco sulla Luna che l’anniversario dell’impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 sulla superficie di Giove”.

http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/09/07/astronomia_asteroide_su_giove_555.html

ASTRONOMIA: ECLISSI TOTALE IN ASIA

» 2009-07-22 17:10
Asia nel buio per eclissi totale
Entusiasmo per l'evento ma anche delusione per il maltempo
(ANSA) - SHANGHAI, 22 LUG - Tanto entusiasmo ma anche paura e non poca delusione a causa del maltempo oggi in Asia per l'eclissi di sole piu' lunga del 21/o secolo. Dai villaggi dell'India del nord al Bangladesh, dal Nepal alla metropoli di Shanghai sulla costa orientale della Cina, la gente ha guardato, ballato, ha accompagnato con urla e applausi lo sparire e riapparire del sole. Lo straordinario spettacolo secondo gli astronomi non si ripetera' almeno per i prossimi 120 anni.




http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2009-07-22_122382415.html

martedì 9 giugno 2009

Cancro pancreas, via senza cicatrici

» 2009-06-09 15:46
Cancro pancreas, via senza cicatrici
Al S. Matteo Pavia, con tecnica termoablazione a radiofrequenza
(ANSA) - MILANO, 9 GIU - Un tumore endocrino al pancreas e' stato curato per la prima volta, con un intervento che non lascia cicatrici, al S.Matteo di Pavia. La tecnica, termoablazione a radiofrequenza, ha consentito di applicare, in anestesia locale, due elettrodi al tumore. Questi sono stati collegati a un generatore di radiofrequenze che ha prodotto calore e ha distrutto le cellule tumorali. Con questo sistema al San Matteo sono stati gia' trattati in 7 anni tumori al fegato, al rene e al polmone.






http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/scienza/news/2009-06-09_109377846.html

lunedì 8 giugno 2009

Lluc, l’ominide più antico degli antenati dell’uomo proviene dalla Spagna

Lluc, l’ominide più antico degli antenati dell’uomo proviene dalla Spagna

Lo hanno chiamato Lluc. E’ un ominide vissuto 11,9 milioni d’anni fa ed è il più antico degli antenati dell’uomo. A differenza di quanto appurato finora, non proviene dall’Africa ma dal bacino del Mediterraneo. Dalla Spagna, precisamente.
Il suo “ritratto”, moderno rispetto a quello delle altre scimmie antropomorfe, è stato pubblicato nei giorni scorsi dalla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas. Un po’ scimmia, un po’ uomo, questo antenato dal nome scientifico di “Anoiapithecus brevirostris“, è oggetto di studio dell’Istituto catalano di Paleontologia in collaborazione con il gruppo italiano del dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Firenze. A coordinare le due equipe, il professore Salvador Moyà-Sola.
“Il ritrovamento fornisce elementi nuovi nella comprensione della storia delle origini della nostra famiglia, Hominidae, che oltre all’uomo include orango, scimpanzé e gorilla”, osserva Lorenzo Rook, del dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Firenze, che ha partecipato alla ricerca.
Stando alle ricostruzioni, Lluc era maschio. Il fossile è stato trattato con estrema cura a causa della sua fragilità. Lluc è vissuto nel Miocene medio, ma i suoi resti rivelano un aspetto moderno, con un prognatismo molto ridotto. Il restauro e la preparazione dei resti, spiegano gli studiosi, “sono stati molto lunghi ed estremamente delicati a causa della fragilità del reperto, ma una volta che il fossile è stato pienamente disponibile per lo studio analitico, la sorpresa è stata enorme”. Il fossile, spiegano gli esperti, “ha un aspetto mai visto in nessun primate fossile miocenico” e il suo aspetto “é confrontabile tra gli ominidi solamente con il prognatismo del nostro genere, Homo“.

Tuttavia, la morfologia della faccia non indica che Anoiapithecus abbia relazioni di parentela diretta con Homo, ma potrebbe essere il risultato di una convergenza morfologica. Certo è che di Lluc sono arrivati fino a noi parte della faccia e della mandibola. I pochi resti ritrovati sono stati sufficienti per gli studiosi a dimostrare che le scimmie kenyapithecine sono da considerare il “sister taxon” degli ominidi attuali, vale a dire “il gruppo arcaico più vicino agli ominidi, quello in cui gli antenati dell’uomo affondano le radici”, spiega Rook. La scoperta, sostengono sempre gli studiosi, dimostrerebbe che all’orgine della nostra famiglia ci sono individui provenienti dal bacino del Mediterraneo.
Il ritrovamento di Lluc nella località di Anoia, (che ha ispirato il suo nome scientifico), presso Hostalets de Pierola, in Catalogna, ha destato fermento nella comunità scientifica. Lo studio dei resti ha fornito elementi nuovi nella comprensione delle origini della famiglia degli Ominidi, che oltre all’uomo include orango, scimpanzé e gorilla.

Tag: Anoiapithecus brevirostris , archeologia , catalogna , ominide , scimmie , Spagna , uomo

http://www.lsdmagazine.com/lluc-lominide-piu-antico-degli-antenati-delluomo-proviene-dalla-spagna/

martedì 2 giugno 2009

Salute: Gb, dal pomodoro una pillola amica del cuore

Salute: Gb, dal pomodoro una pillola amica del cuore

ultimo aggiornamento: 01 giugno, ore 19:53
Roma, 1 giu. (Adnkronos Salute) - Dal pomodoro una pillola amica del cuore. Il licopene, la sostanza responsabile del colore rosso dell'ortaggio e nota per il suo effetto protettivo anti-cancro, contribuisce a tenere pulite le arterie riducendo il colesterolo cattivo di oltre il 90% nel giro di due mesi. I ricercatori britannici sono riusciti ora a farne un integratore, utilizzando una varietà di pomodoro coltivata in Italia, i tangerini, che permette di superare le difficoltà di assorbimento del licopene in pasticche da parte dell'organismo.





Ateronon, così è stato battezzato l'integratore, è stato presentato oggi a Londra nel corso di un meeting internazionale di cardiologi. E' prodotto da Cambridge Theranostic Ltd, spin-off bioetcnologica della prestigiosa università britannica. I test preliminari hanno coinvolto 150 persone con malattie cardiache, fornendo risultati positivi. La pillola a base di pomodoro si è dimostrata in grado di ridurre l'ossidazione prodotta dai grassi nocivi nel sangue da subito a un massimo di otto settimane dall'assunzione, mantenendo pulite le arterie. E secondo Peter Kirkpatrick, che guiderà un progetto di ricerca in materia, condotto all'Addenbrooke's Hospital di Cambridge per conto dell'azienda bioetch, l'integratore potrebbe essere molto più efficace delle statine, i farmaci 'classici' prescritti per tenere sotto controllo il colesterolo. Da più parti si sottolinea, però, la necessità di altre ricerche sull'efficacia del prodotto, prima di lasciarsi andare troppo all'entusiasmo.

http://www.adnkronos.com/IGN/Salute/?id=3.0.3382450218

domenica 31 maggio 2009

Melanoma: vaccino frena il tumore

» 2009-05-30 21:17
Melanoma: vaccino frena il tumore
Promettenti i primi risultati presentati al congresso dell'Asco
(ANSA) - ORLANDO, 30 MAG - Sono promettenti i primi risultati di un vaccino terapeutico contro il melanoma della pelle, una delle forme tumorali piu' aggressive. I primi dati dello studio di fase III, condotto dal Center for cancer care Goshen health system della Indiana University, sono stati presentati al congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco) in corso ad Orlando. Somministrando il vaccino (con la terapia standard) a pazienti con melanoma in fase metastatica, il tumore frena la crescita.




http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/scienza/news/2009-05-30_130320555.html

Tumore polmone: studi promettenti

» 2009-05-30 20:02
Tumore polmone: studi promettenti
Congresso Asco, ecco le molecole che aumentano la sopravvivenza
(ANSA) - ORLANDO, 30 MAG - Due molecole si sono dimostrate efficaci contro il tumore al polmone, aumentando la sopravvivenza dei pazienti: bevacizumab e erlotinib. L'annuncio e' contenuto in due studi presentati al congresso della Societa' americana di oncologia clinica (Asco) in corso a Orlando: Atlas e Saturn, entrambi di fase III. Oltre alle molecole frena-cancro, sono pronti anche nuovi esami per finalizzare i trattamenti: e' il caso del test per identificare quali pazienti risponderanno meglio alla chemioterapia.

http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/scienza/news/2009-05-30_130319996.html

giovedì 28 maggio 2009

Creati i pinguini bionici

Creati i pinguini bionici
Nuotano in acqua e in aria

Sembrano veri ma nuotano anche nell'aria. Alla fiera di Hannover sono stati presentati i primo pinguini bionici. Robot creati dagli ingegneri della Festo, hanno gli stessi movimenti dei pinguini veri in acqua, possono nuotare e il braccio bionico all’interno può ruotare fino a 90 gradi in ogni direzione. In più ogni pinguino è dotato di un sonar 3D, utile per il monitoraggio dell’area intorno che permette ai robot di evitare collisioni con gli altri pinguini in acqua e di un sistema wireless che permette ai pinguini bionici di comunicare tra loro. Il pinguino bionico servirà per la ricerca in acqua e per lo studio dei comportaenti di gruppo dei pinguini rimasti. Guarda il video sul sito
www.newscientist.com/article/dn16996-bionic-penguins-take-to-the-water--and-the-skies.html

http://www.libero-news.it/pills/view/10172

CLONATI EMBRIONI UMANI

Ricercatore Usa annuncia:
ho clonato embrioni umani

La nascita del primo bambino clonato è vicina. L'annuncio choc è stato fatto da un ricercatore americano, Panayiotis Zavos, che ha clonato quattordici embrioni umani e ne ha impiantati undici in quattro donne (provenienti da Gran Bretagna, Stati Uniti e da un Paese dell'est europeo). La notizia è riportata dal sito del quotidiano 'The Independent'. La clonazione, filmata dal regista-documentarista Peter Williams per Discovery Channel prima dell'impianto, sarebbe stata compiuta in un laboratorio segreto, probabilmente nell'Est Europa; nessuno degli embrioni impiantati ha portato ad una gravidanza effettiva: «Se intensifichiamo i nostri sforzi - ha dichiarato l'andrologo - possiamo arrivare ad avere un bambino clonato nell'arco di 1-2 anni». La finalità, ha sottolineatoZavos, è la riproduzione: «La mia ambizione è aiutare le persone». Sempre secondo il 'The Independent', decine di coppie avrebbero contattato il ricercatore nella speranza di poter superare i propri problemi di infertilità attraverso l'utilizzo della stessa tecnica di clonazione che venne usata per la creazione della pecora Dolly nel 1996.
Zavos ha anche rivelato di aver creato un embrione umano clonato da tre persone morte, tra cui una bimba di 10 anni - Cady - morta in un incidente stradale (un esperimento realizzato su richiesta dei parenti stravolti dal dolore e che volevano ricreare cloni dei loro amati). In questo caso, Zavos ha fuso cellule prese dai cadaveri non con ovuli di esseri umani, ma con ovuli prelevati da mucche a cui era stato estratto il materiale genetico; una procedura che gli ha permesso di creare un modello ibrido animale-umano, che gli ha consentito di studiare il procedimento di clonazione umana. Il ricercatore ha assicurato che non era sua intenzione trasferire nessuno di questi embrioni nel grembo femminile, per quanto la madre di Cady gli avesse detto che era disponibile se ci fosse stata anche una sola speranza di riportare in vita la bimba.


http://www.libero-news.it/pills/view/10085

ANCHE LE FORMICHE SI VENDICANO

Anche le formiche
si vendicano

Anche le formiche, nel loro piccolo, si vendicano. Lo sostiene una ricerca della Ludwig-Maximilian Universität di Monaco, in Germania. Gli scienziati hanno scoperto infatti che le formiche appartenenti alla specie Temnothorax possono vendicarsi quando subiscono un'ingiustizia. A riportarlo oggi è il sito web del mensile Focus. Le Temnothorax sono spesso vittime di formiche più grandi che si comportano come vere e proprie orde barbariche: assaltano le colonie di queste formiche più piccole, uccidono la regina, spaventano a morte le operaie o le fanno scappare via e rubano le larve, o pupe, che portano nella loro colonia d'origine, dove cresceranno come schiave. I ricercatori hanno però osservato che in alcuni casi le formiche rapite, una volta adulte, si "ammutinano" e attaccano le larve delle regine e delle operaie arrivando a distruggerne più dei due terzi. Curiosamente - conclude www.focus.it - i ribelli si accaniscono solo sulle pupe femmine, mentre i maschi vengono risparmiati: non partecipano ai raid e quindi non vengono puniti.

http://www.libero-news.it/pills/view/10752

"Lo hobbit è esistito"

"Lo hobbit è esistito"
Trovate ossa in Indonesia

Gli Hobbit esistono, o meglio sono esistiti. Un team di scienziati ha scoperto sull'isola indonesiana di Flore le ossa di un piede umano di piccole dimensioni. Il primo ritrovamento è avvenuto nel 2004 e per gli scienziati è stata la prima prova dell'esistenza degli hobbit, una specie di esseri umani di piccole dimensioni vissuta isolata dal resto del mondo ed estintasi 17 mila anni fa. L'homo floresiesis, come è stata ribattezzata la specie scoperta pur essendo proporzianato nelle forme aveva difficolta a correre. "Questa nuova scoperta - ha sentenziato Bill Jungers, professore della Stony Brook University di New York - mette fine al dibattito sulla possibilità che gli hobbit fossero esseri umani affetti da qualche patologia, gli studi confermano che abbiamo a che fare con una nuova specie".

http://www.libero-news.it/pills/view/10876

CINESI PREVDONO I TERRMOTI TRALE NUVOLE

I cinesi: testa tra le nubi
per prevedere i terremoti

Avere la testa fra le nuvole potrebbe essere utile. Lo dicono due scienziati cinesi di tutto rispetto, che hanno pubblicato i loro studi sul New Scientist: dalle nuvole si può capire se sta arrivando un terremoto. Il prossimo loro lo collocano Iran a fine aprile. Dicono che avrà magnitudo tra i 5 e i 6 gradi Richter. I due geofisici cinesi, Guangmeng Guo e Bin Wang del Remote Sensing Center della Nanyang Normal University di Henan, specializzati nell'individuazione di segni precursori dei sismi, hanno osservato negli ultimi anni le formazioni nuvolose sopra l'Iran (che è una delle aree sismiche più attive del pianeta ed è percorso da almeno sei faglie, attraversate da una sessantina di fratture minori), e hanno messo in relazione due terremoti verificatisi in quel P aese (il 22 febbraio 2005 e il 25 gennaio 2006) con il comportamento di alcune nubi (chiamate Eqc, Earthquake clouds) e nebbie (le Eqf, Earthquake frogs), che avevano studiato sulla base dei rilevamenti dei satelliti metereologici. In base a quanto riferito in uno studio da loro pubblicato nel 2008 sulla rivista della Remote Sensing and Photogrammetry Society, la coltre nuvolosa presente sull'Iran meridionale nel dicembre 2004, dunque un paio di mesi prima del devastante terremoto, risultava «strappata» in alcuni punti per una lunghezza di centinaia di chilometri. I buchi, che non sembravano spiegabili in termini di dinamica atmosferica, rimasero visibili per ore, apparentemente immobili nella faglia mentre intorno le formazioni nuvolose si muovevano. Anche le immagini termiche del suolo mostravano, secondo i due geofisici cinesi, che lungo la faglia le temperature erano più alte che nelle aree circostanti. E 69 giorni dopo ci fu un sisma di magnitudo 6.4 a causa del quale morirono 600 persone. Lo stesso fenomeno si verificò un anno dopo, nel dicembre 2005, con «strappi» di minor persistenza e 64 giorni dopo si verificò un altro terremoto di magnitudo 6.0.

http://www.libero-news.it/pills/view/10076

L'Oms lancia l'allarme febbre suina

Riunione a Ginevra con i rappresentanti delle case farmaceutiche
Vicini a 10,000 casi. Per France Press si sta già preparando il vaccino
L'Oms lancia l'allarme febbre suina
"Mille nuovi casi in un giorno"
GINEVRA - Mille nuovi casi di nuova influenza nelle ultime 24 ore. Questo l'allarme lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) da Ginevra, dove il segretario generale dell'Organizzazione, Margaret Chan, e quello delle Nazioni Unite, il sud-coreano Ban Ki Moon, si incontrano con i vertici delle più importanti compagnie farmaceutiche. Tema delle discussioni: la produzione di un vaccino contro il virus H1N1, comunemente conosciuto come il virus della febbre suina.

Ma proprio prima di questo importante vertice l'Oms ha diffuso dati inquietanti sul virus e sulla sua diffusione. 79 decessi in 40 Paesi nelle ultime 24 ore, con 545 casi in più in Messico - il paese dove tutto è partito -,409 negli Stati Uniti e 176 in Giappone. Anche la Cina ha dato la notizia del quarto caso di contagio aggiungendo che ci sarebbe pure un quinto caso sospetto. Si tratta di una turista italiana di 42 anni, arrivata con una comitiva in Tibet la scorsa settimana. E' ora ricoverata nella località tibetana di Zhangmu, al confine col Nepal. Sono quasi 10,000 ormai il numero dei casi dallo scoppio della pandemia.

Molti Paesi hanno chiesto all'Oms e alle autorità sanitarie di agire con cautela prima di alzare ulteriormente il livello di allarme pandemico dell'influenza suina.

Secondo l'agenzia France Press, l'Oms stima che in un anno potrebbe essere possibile produrre almeno 4,9 dosi di vaccino per combattere la suina. A produzione lanciata l'Oms conterebbe su una produzione di 94,3 dosi a settimana. La casa farmaceutica svizzera Novartis afferma di essere entrata in possesso del virus e avrebbe già richiesto all'Oms il via libera per dare avvio alla sua produzione.

(19 maggio 2009)



http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/esteri/febbre-suina-2/oms-febbre/oms-febbre.html

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Influenza suina, l'Oms indaga
L'esperto: nata in laboratorio

Altro che virus proveniente dai suini. Il virus della nuova influenza A/H1N1 potrebbe essere nato in un laboratorio per un errore umano. A sostenerlo è il ricercatore australiano Adrian Gibbs, uno dei 'padri' dell'antivirale oseltamivir, in un articolo che ha inviato all'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e ai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), e del quale ha annunciato l'imminente pubblicazione. Un'ipotesi sulla quale l'Oms sta indagando e si sta confrontando in questi giorni con gli esperti internazionali di virologia umana e animale. Hanno ricevuto copia dell'articolo anche gli esperti internazionali della Fao e dell'Organizzazione internazionale per la salute animale (Oie). Secondo Gibbs le caratteristiche genetiche del virus A/H1N1 sono tali da far supporre che sia stato coltivato nelle uova. Queste ultime sono largamente utilizzate nei laboratori sia per coltivare i virus sia per coltivare i vaccini. In passato, nel 1977, un virus influenzale del tipo H1N1 era stato prodotto per errore per la cattiva gestione di un laboratorio in Russia.

http://www.libero-news.it/pills/view/11195

lunedì 27 aprile 2009

Influenza suina/ Il virologo Pregliasco ad Affari

Influenza suina/ Il virologo Pregliasco ad Affari: "Rischio pandemia". Ecco i consigli
Lunedí 27.04.2009 13:55
Sono finora 147 i casi di influenza suina accertati nel mondo. Per ora la maggior parte sono concentrati in Messico, unico paese in cui il virus ha ucciso: 103 le persone decedute, 1600 quelle ricoverate con i sintomi dell'influenza. Un caso sospetto anche in Italia. Per fare chiarezza su questo virus che ha colpito il Messico Affaritaliani ha intervistato virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore dell'Istituto di Virologia della Facoltà di Medicina di Milano, considerato uno dei maggiori esperti italiani di virus influenzali.



Dottor Fabrizio Pregliasco, che cos'è l'influenza suina che ha colpito il Messico?
Influenza suina è una variante preoccupante dell'influenza umana. Praticamente ha acquisito la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. E, anche se di origine animale ormai ha solo una trasmissione tra uomini. Anche se per ora è concentrata in Messico ha già fatto registrare qualche caso nel mondo per via dei viaggi molto frequenti.





Ma avete la preoccupazione si possa estendere in altre zone...
Ci preoccupa perchè ha una capacità pandemica cioè è un virus nuovo in cui noi tutti siamo a rischio di ammalarci. Un origine simile l'avevano avuto l'influenza spagnola del '18 ma anche un altra variante del '76. Ci preoccupa certo, ma va valutata.



Quali sono i sintomi?
Si presenta come un'influenza umana pesante, con un inizio brusco di febbre, dolori muscolari e articolari e sintomi respiratori. Ma il rischio è solo per chi ha soggiornato nel Messico e nelle zone dove è stato riscontrato il focolaio.

Come si può essere infettati?
Attraverso il contatto umano perchè l'infezione avviene come l'influenza stagionale, cioè attraverso le goccioline respiratorie emesse dal soggetto un giorno prima dell'inizio dei sintomi e la durata della malattia. La vie dirette o indirette sono il contatto con le mani e con il materiale sporco di saliva.

Quali sono le regole basilari per evitare il contagio?
In questo momento il cittadino italiano può stare sereno. Non ci devono essere allarmismi dal punto di vista pratico perchè si possono mangiare tutti i prodotti derivanti dal suino e il maiale si può allevare tranquillamente. Le prevenzione sono sempre le solite: lavarsi le mani, attenzione all'igiene personale e non frequentare posti affollati. Esistono poi dei farmaci che sono efficaci e che devono essere usati secondo il ministero della salute. Bisogna poi non andare nelle zone a rischio e seguire i consigli dati dalla Farnesina.


E'stato rilevato un caso di influenza suina in Spagna. Pensa che arriverà anche in Italia?
La Sars c è l'ha insegnato. In poche ore, in pochi giorni ci sono stati episodi di tasferimento di casi da una nazione all'altra. La speranza è che questi casi si possano individuare, contenere e limitare. Se no la situazione può peggiorare in termini di contagio a livello internazionale


Ma quindi c'è il rischio pandemia o è solo epidemia?
C'è il rischio pandemia perchè questa variante, nuova di virus, che prende pezzi del virus umano e quello suino e quindi ha la caratteristica di essere molto contagiosa e di non avere protezione da parte dei soggetti e quindi colpirne un grande numero. E' ipotesi possibile di pandemia.

Ma il caso dell'influenza suina sarà come quello dell'aviaria?
L'aviaria è un rischio ancora presente. Anche se non ha seguito una velocità cosi elevata continua a provare il suo contagio nell'uomo. E nei volatili è ancora diffusa. Solo che non se ne parla.




tags: influenza suina pregliasco pandemia

http://www.affaritaliani.it/cronache/influenza-suina-pregliasco-affari-pandemia-consigli270409.html

martedì 14 aprile 2009

Terremoto: Cnr, deformati 650 km

Terremoto: Cnr, deformati 650 km
Lo mostrano immagini Cnr che individuano faglia di 15 chilometri

(ANSA) - ROMA, 14 APR - Il terremoto del 6 aprile ha prodotto una deformazione di 650 chilometri quadrati nella zona attorno a L'Aquila.Lo mostrano immagini dell' Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell'ambiente del Cnr (Irea-Cnr) sulla base dei dati raccolti dal satellite europeo Envisat e messi a disposizione dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa).L'immagine mostra una frattura (faglia) nella stessa direzione degli Appennini lunga almeno 15 chilometri.



http://notizie.virgilio.it/notizie/scienze_e_tecnologie/2009/04_aprile/14/terremoto_cnr_deformati_650_km,18768277.html

lunedì 13 aprile 2009

TERREMOTO: VENTO E PIOGGIA, AUMENTA L'EMERGENZA IN TENDOPOLI

2009-04-13 23:40
TERREMOTO: VENTO E PIOGGIA, AUMENTA L'EMERGENZA IN TENDOPOLI

L'AQUILA - A una settimana esatta dal terremoto che ha colpito L'Aquila e provincia, provocando 294 morti, lo sciame sismico continua ad imperversare: una prima scossa, delle 21.09, ha fatto registrare una magnitudo di 3.8, mentre la seconda alle 21.17 ha avuto una magnitudo di 3.5 e la terza, registrata alle 22.08, di magnitudo 3.0. La piu' forte e' stata comunque registrata alle 23.20, di magnitudo 4.9 e percepita chiaramente anche nelle Marche e nel Lazio. Le localita' piu' vicine all'epicentro dell'ultimo sisma sono Capitignano, Campotosto, Pizzoli e Barrete. Intanto arriva il freddo e non mancano i disagi per i 55 mila sfollati, dei quali oltre 33 mila ospitati nelle tendopoli.

Per i prossimi giorni, in base alle previsioni meteorologiche, L'Aquila dovrebbe essere la citta' piu' fredda d'Italia con la temperatura che scendera' fino ai tre gradi. Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha spiegato che allo studio del Tesoro c'e' anche la possibilita' di destinare alle zone terremotate dell'Abruzzo i proventi dello scudo che potrebbe essere concesso per i capitali che rientrano dai paradisi fiscali.

Ad una settimana dal sisma - sono 10mila le scosse conteggiate finora, anche piccolissime, e un migliaio quelle avvertite e di magnitudo superiore a 2.5 - arriva un primo, relativo e parziale, bilancio dei danni. Tra gli interventi delle ultime ore, diversi hanno riguardato la tutela del patrimonio artistico aquilano: carabinieri e vigili del fuoco stanno lavorando per portare in salvo il 'tesoro' della diocesi - 500 pezzi tra ostensori, calici, croci di ogni epoca, per un valore di milioni di euro - mentre dalla Basilica di Collemaggio e' stata recuperata e messa in sicurezza la preziosa tela di Carl Ruther 'L'incoronazione di Celestino'.

Sul fronte della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, propone un'assicurazione obbligatoria contro le calamita' naturali. Il ministro ha assicurato che le risorse per l'Abruzzo saranno trovate: ''si parla del 5 per mille, si sta parlando della finalizzazione dei proventi dei giochi'' ed anche di ''uno scudo per il rientro dei capitali che non trovano piu' riparo nei paradisi fiscali''. Lo stesso Brunetta ha affermato che ''l'anno scolastico riprendera' in brevissimo tempo'' grazie anche alla tecnologia e all'utilizzo di lavagne 'telematiche'.

La Prefettura dell'Aquila sta valutando il da farsi per quanto riguarda lo svolgimento delle elezioni previste per il prossimo 7 giugno. In Abruzzo, infatti, si dovra' votare non solo per le Europee, ma anche per il rinnovo delle quattro amministrazioni provinciali, compresa quella dell'Aquila.

INGV: IERI 11 SCOSSE
Sono state 11, ieri, le scosse di terremoto piu' importanti che l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato in vari distretti sismici dell'Abruzzo: l'ultima e anche la piu' forte alle 23.14 che l'Ingv ha stimato di magnitudo 4.9. Le altre scosse sono state di magnitudo compresa tra 2.7 e 3.8.

http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_934090231.html

Terremoto: «l'allarmismo» di Giuliani

Duramente ripreso dal capo della Protezione civile Bertolaso
Terremoto: «l'allarmismo» di Giuliani
Il ricercatore dei laboratori del Gran Sasso aveva lanciato l'allarme per un sisma «disastroso»
MILANO - Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, inviperito martedì 31 marzo si era scagliato contro «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false», chiedendo una punizione. Tra gli «imbecilli» c'era Giampaolo Giuliani, ricercatore presso i Laboratori nazionali del Gran Sasso che, in seguito allo sciame sismico che sta interessando l'Abruzzo da più di un mese, aveva lanciato l'allarme: la regione sarà colpita domenica 29 marzo da un terremoto «disastroso». Giuliani è stato denunciato per procurato allarme. E Bertolaso ha ripetuto che «lo sanno tutti che i terremoti non si possono prevedere».

ALLARME - Nella notte del 29 marzo c'era infatti stato a Sulmona un terremoto di 4 gradi della scala Richter. Questo e la «profezia» aveva fatto scattare il panico tra i cittadini di Sulmona e dintorni. L'analisi di Giuliani era basata sull'analisi di un gas radioattivo, il radon, che si libera dal sottosuolo quando le faglie vengono attivate il gas trova una via di fuga giungendo in superficie. Giuliani aveva dato anche un'indicazione precisa dell'allarme: da lì a poche ore. Il sisma però non era avvenuto. Ma la terra si è scatenata circa una settimana dopo. E ora le polemiche divampano. Anche se, per onestà, occorre dire che un conto è dire «ci sarà un terremoto», un altro è dire con precisione in quale zona colpirà e soprattutto quando. Per evitare di far evacuare migliaia di persone per settimane intere prima che succeda effettivamente qualcosa.



http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_06/previsioni_terremoto_giuliani_aac2c71e-2273-11de-9ce1-00144f02aabc.shtml




il Giornale.it
n. 84 del 2009-04-08 pagina 14

La denuncia di Giuliani:
"Io lo avevo previsto"
Bertolaso: "Impossibile"
di Nino Materi

"La gente comune ha capito che il mio metodo funziona. I sismologi ufficiali invece...". Bertolaso: "Allarmi non attendibili"


«Ho vissuto la notte più terribile della mia vita, sono sfollato anch’io. Questi scienziati canonici, loro lo sapevano che i terremoti possono essere previsti. Il sisma di ieri poteva essere “visto” se ci fosse stato qualcuno a lavorare o si fosse preoccupato».
Il ricercatore abruzzese Giampaolo Giuliani è l’uomo del giorno. È lui il «pazzo», il «visionario» che aveva anticipato l’arrivo del «terremoto disastroso», con l’unico risultato di guadagnarsi una denuncia per procurato allarme e l’appellativo di «imbecille». Ieri sul web e via sms lo studioso, rispondendo alle domande di chi non crede al suo «precursore sismico», ha lanciato durissime accuse contro i «professionisti» della scala Richter.

Ma i terremoti si possono prevedere o no?
«Sì, si possono prevedere. Io l’ho fatto e per questo ora rischio di finire in galera».

In galera per aver diffuso «notizie false».
«I fatti hanno dimostrato invece che il mio allarme era fondato. E la gente comune l’ha capito».

Ma lei aveva profetizzato che il terremoto avrebbe scosso la terra il 29 marzo a Sulmona.
«Cosa che puntualmente è accaduta, anche se non con la forza di ieri».

Ma poi lei aveva corretto la sua prima previsione, dicendo: «Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini...».
«Rispetto alla mia previsione il peggio si è scatenato con una settimana di ritardo».

La riprova che i terremoti non possono essere previsti.
«Non è così, La scossa di ieri poteva essere prevista anche con gli strumenti tecnici usati abitualmente da chi contesta il mio metodo».

E allora come mai l’allarme non è scattato?
«Perché chi è preposto al monitoraggio della situazione non era al suo posto, oppure non ha capito nulla».

Non è vero, l’unità di crisi si è riunita più volte.
«Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti...».

Facile parlare quando la tragedia è già accaduta.
«Sono 10 anni che noi riusciamo a prevedere eventi di questo tipo in una distanza di 100-150 chilometri da noi».

Qual è il suo metodo?
«La “capacità predittiva” è basata sull'analisi di un gas radioattivo, il radon, che si libera dal sottosuolo quando le faglie vengono attivate e il gas trova una via di fuga giungendo in superficie».

Da giorni lei parlava di «un forte aumento di radon, al di fuori della soglia di sicurezza».
«E forti aumenti di radon segnalano forti terremoti. Due notti fa il mio sismografo denunciava una forte scossa di terremoto e ce l'avevamo online. Tutti potevano osservarlo e tanti l'hanno osservato».

Ma l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia ribadisce in un comunicato ufficiale: «Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti».
«Falso. Il mio “precursore sismico” arriva ad anticipare il verificarsi di un terremoto fino a 6-24 ore prima».

In quale occasione ha verificato l’efficacia della sua tecnica?
«Nel 2001 stavamo osservando il misuratore di particelle cosmiche presso l'Istituto quando, in corrispondenza del terremoto in Turchia, rilevammo una quantità straordinaria, rispetto al solito, di radon».

Dal 2001 in poi come è evoluta la sua ricerca?
«Ho impiegato quasi 2 anni per realizzare da solo uno strumento in grado di rilevare il radon, iniziai ad osservarlo ed a studiarlo, e con l'aiuto di un sismografo mi resi conto che la concentrazione di radon aumentava in corrispondenza di un evento sismico».

Poi cos’è accaduto?
«Nel 2002, in corrispondenza del terremoto di S. Giuliano, registrammo valori 100 volte maggiori alla norma, ma disponendo di un solo precursore sismico eravamo in grado di emanare un allarme per un evento sismico che distava più di 50 km da L'Aquila, senza poter fornire altre informazioni circa la collocazione o la direzione dell'evento stesso. Oggi con 5 precursori saremmo in grado di essere molto più precisi, “triangolando” i dati e i segnali di concentrazione del radon».


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http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=341979

Il tecnico abruzzese, denunciato per procurato allarme, spiega
a un blog il funzionamento del suo "precursore sismico"
"Così posso prevedere i terremoti
In Abruzzo ci sono 5 apparecchi"

ROMA - Giampaolo Giuliani, il tecnico denunciato per procurato allarme dopo aver previsto che un terremoto di grande entità avrebbe potuto colpire la zona di L'Aquila, era stato intervistato il 24 marzo anche dal blog DonneDemocratiche.it . Nell'intervista, dopo aver raccontato com'è nato il suo apparecchio, aveva corretto la sua prima previsione, dicendo: "Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini".
In un'altra intervista, rilasciata ad una tv locale, ora visibile su You Tube e sul sito di Repubblica.it, era stato più determinato e aveva detto che una rete di "precursori" potrebbe garantire una capacità predittiva di grande rilevanza umana e sociale.

Sulle sue dichiarazioni, che in queste ore fanno il giro dei mezzi di informazione, si sta scatenando una polemica, se è vero che l'Istituto di Geofisica e Vulcanologia ribadisce oggi in un comunicato ufficiale: "Si sottolinea la circostanza secondo la quale, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile realizzare una previsione deterministica dei terremoti (previsione della localizzazione, dell'istante e della forza dell'evento). Ciò è vero anche in presenza di fenomeni quali sequenze o sciami sismici che nella maggior parte dei casi si verificano senza portare al verificarsi di un forte evento. Una scossa quale quella che si è manifestata oggi viene normalmente seguita da numerose repliche, alcune delle quali probabilmente assai sensibili."

Nell'intervista a DonneDemocratiche, Giuliani specifica che il suo "precursore sismico" arriva ad anticipare il verificarsi di un terremoto fino a 6-24 ore prima.

La tecnica è basata sullo studio del "comportamento" dell'elemento chimico chiamato Radon. Ecco il racconto di Giuliani: "Nel 2001 stavamo osservando il misuratore di particelle cosmiche presso l'Istituto quando, in corrispondenza del terremoto in Turchia, rilevammo una quantità straordinaria, rispetto al solito, di radon. Così ho impiegato quasi 2 anni per realizzare da solo uno strumento in grado di rilevare il radon, iniziai ad osservarlo ed a studiarlo, e con l'aiuto di un sismografo mi resi conto che la concentrazione di radon aumentava in corrispondenza di un evento sismico. Nel 2002, ad esempio, in corrispondenza del terremoto di S. Giuliano, registrammo valori 100 volte maggiori alla norma, ma disponendo di 1 solo precursore sismico eravamo in grado di emanare un allarme per un evento sismico che distava più di 50 km da L'Aquila, senza poter fornire altre informazioni circa la collocazione o la direzione dell'evento stesso. Oggi con 5 precursori saremmo in grado di essere molto più precisi, triangolando i dati ed i segnali di concentrazione del radon"



Dopo aver fornito elementi utili sulle caratteristiche del Radon, Giuliani dice che il suo apparecchio non si trova nel campo della teoria, me ne esistono già cinque esemplari:" "I 5 Precursori sismici si trovano a Coppito, nel Laboratorio del Gran Sasso (ospite dell'INFN), presso la scuola De Amicis, a Fagnano e a Pineto; sono tutti a più di 3 metri sotto terra e in corrispondenza di un evento sismico rilevano nello stesso momento, lo stesso segnale creando un grafico perfettamente sovrapponibile."

Poi Giuliani entra nel merito degli allarmi che si sono verificati in Abruzzo e della sua previsione: "I dati ottenuti in questi 9 anni di studi, ci hanno consentito di rilevare un rischio sismico maggiore nel periodo invernale che va da novembre ad aprile. Senza voler banalizzare, ma per semplificare i concetti, posso aggiungere anche che l'attività sismica è strettamente correlata alle fasi lunari. In particolare quest'anno, il sistema Terra-Luna, si è venuto a trovare al Perielio (punto più vicino al Sole, in inverno) con la Luna nello stesso periodo alla minima distanza dalla Terra, e con il Pianeta Venere allineato, in fase di Venere piena anch'essa vicina. L'attrazione gravitazionale delle masse sulla Terra hanno intensificato l'effetto marea sul nostro pianeta, rendendo gli eventi sismici più rilevanti, rispetto agli altri sciami, cui siamo stati interessati negli anni precedenti. Mi sento di poter tranquillizzare i miei concittadini, in quanto lo sciame sismico andrà scemando con la fine di marzo."

Ma evidentemente il metodo non è ancora accettato uniformemente. Giuliani descrive così l'atteggiamento della comunità scientifica: "Mi osserva con interesse ... una parte mi da fiducia, come dimostra anche il Direttore dell'INFN che mi ha messo a disposizione un locale per ospitare uno dei 5 Precursori sismici; una parte è un po' più cauta e scettica."

(6 aprile 2009)

http://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/cronaca/terremoto-nord-roma/giulianigiampaolo/giulianigiampaolo.html

ORBITE PLANETARIE E TERREMOTI


ORBITE PLANETARIE E TERREMOTI.
by XXX 2 Giorni, 9 Ore fa
di Giuseppe Badalucco

Recenti studi realizzati da N. Venkatanathan, N. Rajeswara Rao, K.K. Sharma e P. PeriaKalli del Dipartimento di geologia applicata dell’università di Madras (India), hanno messo in luce la possibilità di predire i rischi di terremoti (come quello del 26 dicembre 2004) rapidamente, in modo da evitarne gli effetti devastanti e mitigarne l’impatto in termini di vite umane e di danni economici; questo attraverso l’analisi della configurazione delle orbite planetarie.


Lo studio mira ad analizzare anche l’impatto di alcuni fattori scarsamente presi in considerazione in passato come le scosse anteriori all’evento significativo e i cambiamenti nel livello dell' acqua sotterranea.
Secondo le ipotesi messe in campo da questi studiosi, quando il sole e più pianeti sono allineati rispetto alla terra, il nostro pianeta subirebbe un turbamento gravitazionale. Gli sforzi gravitazionali cambierebbero la velocità della terra nella relativa orbita.


Quando la velocità di rotazione della terra cambia, il movimento tettonico della zolla litosferica subisce un effetto incrementale. La quantità di moto angolare totale dei pianeti che sono coinvolti nell’allineamento e il turbamento orbitale che ne consegue ha un effetto cumulativo sull’ energia imprigionata nelle rocce della crosta terrestre, da cui può derivare lo scatenamento dell’evento sismico.



Lo studio mette in luce le possibili interferenze planetarie che possono incidere sulla rotazione della terra e quindi sui movimenti tettonici delle zolle della litosfera, che provoca l’effetto cumulativo di energia nelle rocce dalle quali si può liberare improvvisamente e bruscamente provocando l’evento sismico.
Sappiamo infatti che i terremoti sono provocati dai movimenti delle zolle in cui è suddivisa la litosfera (di circa 6-10 cm l’anno) dalla cui frizione si genera la liberazione dell’ energia accumulata nelle rocce sotterranee nelle zone di "confine" della zolla.
Infatti le località poste in prossimità dei confini delle zolle in movimento sono luoghi a grande rischio di terremoti.


Ciò, tuttavia, non significa che i terremoti si presenteranno necessariamente nei bordi della zolle litosferiche.
I terremoti si presentano solitamente lungo i bordi delle placche della crosta terrestre, ma possono anche accadere lontano dai bordi delle piastre, lungo singole faglie interne alla zolla. Queste sono crepe nella terra in cui le sezioni di una zolla si muovono nei sensi differenti. Infatti secondo gli studiosi di Madras per innescare un terremoto in un luogo particolare, dovrebbero essere rispettate alcune condizioni tra cui la distanza del pianeta che incide sulla rotazione della terra.


Dall'analisi dei terremoti significativi degli ultimi 100 anni, è emerso che la latitudine, la longitudine e l’intensità del terremoto è collegata con la distanza del pianeta ed il verso cui è diretto lo stress gravitazionale in qualsiasi punto della superficie terrestre.
Correlando le posizioni e le loro forze con la geologia di quella zona, i terremoti possono essere previsti con un margine d’errore che dovrebbe essere limitato, riguardo alla latitudine e longitudine del luogo epicentrale.

Gli studi realizzati in passato hanno sempre cercato di mettere in luce possibili strategie di previsione dei terremoti ma spesso senza ottenere i successi sperati, cercando di volta in volta di considerare diverse variabili come la colorazione delle acque nelle sorgenti sotterranee, le scosse anteriori all’evento devastante, la variazione nella morfologia delle rocce, i livelli dell' acqua sotterranea e i suoi cambiamenti chimici ed elettrici (la presenza di determinati gas cambia prima di un evento sismico), l'anomalia termica, lo studio della velocità delle onde sismiche.


Vi sono stati casi di vere e proprie previsioni realmente concrete (come quella per il terremoto di Haicheng, Cina) del 1975 (Magnitudo 7,3), ma nella maggior parte dei casi non si riscontra alcun segnale specifico che permetta di capire realmente quello che sta accadendo sotto la superficie.
Ciò che lascia perplessi gli studiosi è che tali metodi sopra accennati possono essere impiegati solo per quelle tipologie di terremoti per i quali i segnali precursori sono evidenti, soprattutto in prossimità delle faglie che si conoscono bene (per esempio come quella di San Andreas, in California).


Nessuna di tali previsioni può essere invece ripetuta per quelle faglie di cui si ha scarsezza di informazioni, come quelle che hanno causato il terremoto di Northridge 1994 (California), e quello di Kobe in Giappone nel 1995.
Lungo la faglia di San Andreas, il segmento considerato molto probabilmente a rischio di rottura era quello di Parkfield. Effettuando ricerche geologiche su questa zona gli studiosi americani avevano fatto una previsione più precisa di un terremoto di magnitudo 6,0 fra il 1988 e 1992. Benché quella previsione non si sia compiuta, un terremoto di magnitudo 6,0 è ancora previsto in quella zona (Ludwin, 1990).


Gli studi degli scienziati indiani aprono una nuova prospettiva sulle cause dei terremoti, legata all’azione gravitazionale del sole e dei pianeti del sistema solare, benché su questo punto la comunità scientifica mantenga la più doverosa cautela.
Per capire in che modo i pianeti possono influire con la forza gravitazionale sulla possibilità di scatenare degli eventi sismici si può fare l’esempio dei passeggeri che stanno in piedi su un autobus e che tendono a muoversi quando l’autista accelera il moto del veicolo o schiaccia il freno; a volte i passeggeri si scontrano fra di loro se sono molto vicini.



Le zolle della litosfera subirebbero gli effetti dei turbamenti gravitazionali poiché gli sforzi gravitazionali cambierebbero la velocità della terra nella relativa orbita; quando tale velocità di rivoluzione cambia, il movimento tettonico delle zolle della litosfera verrebbe influenzato in modo tale che l’ energia accumulata nella crosta terrestre sia liberata bruscamente, provocando il terremoto.


Questi studi hanno messo in luce come fondamentalmente la distanza del pianeta da un determinato punto della superficie terrestre possa incidere sulla probabilità che si verifichino degli eventi sismici, riprendendo in linea di principio alcune ipotesi fatte in passato sulla possibilità che quando la luna attraversa il meridiano del punto di osservazione aumenti la probabilità di terremoti.


Le posizioni planetarie, in rapporto alla superficie terrestre, calcolate in termini di longitudine (ascensione retta) e latitudine (declinazione) permettono agli studiosi di fare delle previsioni sulla possibilità che le orbite planetarie possano incidere sulla possibilità del verificarsi di terremoti. Per far si che ciò accada, tuttavia, le zolle e i punti della crosta terrestre coinvolti dovrebbero avere determinate caratteristiche geologiche che incidano sullo scatenamento dell’evento sismico.


Gli studiosi indiani hanno innanzitutto effettuato studi preliminari su terremoti già accaduti in passato e applicando questa metodologia sono riusciti ad individuare determinate zone interessate a importanti eventi sismici; tra questi sono stati individuati il terremoto di Haicheng (Cina 1975, magnitudo 7,3), ancora un sisma in Cina (Tang Shan) del 1976 (magnitudo 7,6), un terremoto dell'India di 2001 (magnitudo 7,7) e ancora terremoti di intensità minore nella zona di Jamnagar, India (2003).


Il modo in cui le orbite planetarie avrebbero inciso su questi eventi sismici ha fatto giungere gli studiosi alla conclusione che la differente posizione planetaria e la distanza dall’orbita terrestre inciderebbe sull’intensità dell’evento.
Dall’analisi è emerso che, per il terremoto di Haicheng, i pianeti esterni rispetto all’orbita terrestre, come Marte e Saturno erano più o meno su una "linea retta", mentre per il terremoto di Shan, mentre i pianeti con orbita più interna rispetto alla terra ( Mercurio e Venere) erano allineati, questi stessi presentavano una più alta velocità angolare relativa raffrontata ai pianeti esterni.



L'allineamento di Mercurio, Venere e Luna avvenne comparativamente per una durata più breve con effetti di diversa intensità sull’evento sismico di Shan. Si è così giunti all’ulteriore conclusione che se le forze gravitazionali agiscono sulla crosta terrestre con tempi più brevi e in un senso diverso rispetto alla conformazione della faglia o della zolla interessata l’intensità del terremoto sarà minore rispetto al caso contrario.
Impiegando questa metodologia previsionale, con l’ausilio di software specifici per i calcoli geoastronomici, gli studiosi hanno individuato diverse località in cui possono verificarsi terremoti nelle giornate in cui la configurazione planetaria sarebbe in linea retta.


Le località possibili in cui il terremoto potrebbe essere innescato da tali configurazioni sono state identificate analizzando il verso delle forze planetarie in gioco.
Per la data del 20 gennaio 2004 furono individuate:


- l’Indonesia
- le isole Solomon
- le isole Loyalty
- l’Italia
- le isole Kodiak e Aleutine
- l’Alaska
- la California
- Costa Rica
- Colombia.


Tra le località selezionate si è potuto verificare che effettivamente alla data del 20 gennaio 2004, escluso l’Indonesia e le isole Solomon, nelle altre località si sono verificati eventi sismici di maggiore o minore intensità. Di queste la California aveva registrato nove eventi sismici di magnitudo non superiore a 3,2 Richter, mentre l’Alaska aveva registrato due terremoti di magnitudo 5,0 Richter.


Ripetendo l’esperimento per la giornata del 22 gennaio 2004 sono state individuate altre località colpite da terremoti, sulle quali si verificavano allineamenti planetari riguardanti Mercurio, Giove e Venere; tra queste vi erano Sulawesi in Indonesia, Mindanao nelle Filippine, le isole Fiji, la Turchia e Cipro.
In tale giornata in tutte queste zone (escluse Turchia e Cipro) si sono verificati eventi sismici, con l’Indonesia colpita da tre terremoti di magnitudo 5,1 Richter.



N. Venkatanathan, N. Rajeswara Rao, K. K. Sharma e P. PeriaKalli sostengono che sia possibile quindi predire i terremoti correlando le posizioni dei pianeti in rapporto all’orbita terrestre e la geologia di una determinata zona poiché le forze gravitazionali in gioco nel sistema solare incidono sul movimento tettonico delle placche della crosta terrestre.
In tal modo sarebbe possibile individuare esattamente la latitudine e la longitudine del luogo coinvolto nel terremoto.
È interessante notare come negli ultimi anni si è parlato della possibilità che allineamenti planetari molto particolari possano generare eventi sismici di una certa rilevanza sul nostro pianeta, anche se la comunità scientifica nega assolutamente che i turbamenti gravitazionali, cui va incontro l’orbita terrestre, siano tali da avere rilevanza in tal senso.


Va ricordato l’allineamento del 5 maggio 2000 (che si verifica all’incirca una volta ogni 6000 anni) in cui Terra, Marte, Venere, Mercurio, Urano e Nettuno furono allineati sulla stessa linea retta rispetto al sole. La notte precedente un terremoto di magnitudo 6,5 Richter colpì le zone costiere dell’Indonesia provocando la morte di circa 50 persone e la distruzione di molti villaggi costieri.
Gli scienziati si affrettarono però a smentire qualunque collegamento diretto con l’allineamento dei pianeti.
La comunità scientifica rimane divisa tra sostenitori e detrattori di questa importante ipotesi, nella paura di cadere nel baratro pseudoscientifico dell’astrologia. Tuttavia bisogna ammettere che gli studiosi indiani hanno fornito dati interessanti anche da un punto di vista scientifico e si attendono ulteriori conferme a questa ipotesi.



Riferimenti bibliografici
- N. Venkatanathan, N. Rajeswara Rao, K.K. Sharma, and P. PeriaKalli - "Planetary configuration: implications for earthquake prediction", Department of Applied Geology, University of Madras, Guindy Campus, A.C.College Buildings.
- Abe. K. - "Earthquakes in China and California", v. 27, p. 72-92, 1988.
- Karl S. - "Planetary Alignment - Part 2, Great Moments in Science", Kruszelnicki Pty Ltd, 1990.
- Ludwin. R. - "Earthquake Research at Parkfield", California, for 1993 and Beyond U.S. Geological Survey Circular 1116, p. 14, 1990.
- Ranjit. B. "The Quake Manual", Out look Magazine, v. XLI, No: 5, p 26 and 27, 2001.
- Watson. J. M. - "Plate Tectonics, Environmental Volunteers", v. 10, p. 1-5, 1999.
- Walker. N. - "Earthquake Hazards", 1982.
http://www.edicolaweb.net/atlan16a.htm
http://www.esc-web.org/papers/potsdam_2004/sce_venkatanathan.pdf

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http://newwordhera.blogspot.com/
http://www.nibiru2012.it/forum/astronomia/39292-orbite-planetarie-e-terremoti.html

La sensibilità degli animali per i terremoti




La sensibilità degli animali per i terremoti

È vero che gli animali percepiscono l'arrivo dei terremoti? In caso affermativo, non sarebbe possibile sfruttare queste capacità per prevedere i terremoti?

Paolo Dall'Aglio
13 luglio 2004
Sebbene le cronache raccontino spesso dello strano comportamento di animali (generalmente domestici) prima di un terremoto, non esiste alcuna ipotesi scientifica nè alcun risultato statistico in tal senso. Poichè le onde sismiche si propagano a velocità diversa, spesso non sono le onde più veloci che vengono avvertite ma quelle di ampiezza maggiore. È ragionevole pensare che alcuni animali in stato di quiete e a diretto contatto del terreno (per esempio il gatto che sonnecchia sul pavimento) possano avvertire anche le prime onde del terremoto. Si tratta però di alcuni secondi di differenza rispetto all'uomo in attività e perciò non utili per un allarme.

In Cina sono stati fatti degli studi utilizzando una particolare specie di pesci dei quali venne misurato lo stato di agitazione contando i passaggi davanti ad un sensore: non si sono ottenuti però risultati utili. La variazione di tensione nella crosta terrestre nelle vicinanze dell'epicentro del sisma potrebbe essere l'unica indicazione dell'approssimarsi del terremoto ma nè le misure geofisiche nè altri fattori sono finora in grado di fornire utili indicazioni.

Dario Slejko

http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/domanda/2004/Ucau040713d001

Il cane percepisce l'arrivo di un terremoto?
Scritto da Cinomania
Giovedì 08 Maggio 2008 20:16
La credenza che gli animali possano prevedere i terremoti è vecchia di secoli. Nel 373 a.C., gli storici scrivono che gli animali, compresi ratti, serpenti e furetti, abbandonarono la città greca di Helice qualche giorno prima che un terremoto devastasse il posto.

I racconti di simili avvenimenti, su animali che percepivano in anticipo l’arrivo dei terremoti, da allora emergono attraverso i secoli. Sono segnalati pesci gatto muoversi violentemente, polli che smettono di deporre le uova e api che lasciano il loro alveare in tutta agitazione.
Le segnalazioni dei proprietari di animali domestici, descrivono gatti e cani che si comportano in maniera del tutto insolita prima di un terremoto, che abbaiano o gemono per nessun motivo apparente o mostrano segni di nervosismo o irrequietezza.

Articolo tradotto e rivisitato da Nicola Cacciola

Ma quale sia il senso dell’animale, se è vero che avvertono ogni cosa in anticipo, che può permettere ciò, rimane un mistero. Una teoria sostiene che gli animali selvatici e domestici sentono le vibrazioni della terra in anticipo rispetto agli umani. Altre idee suggeriscono che gli animali rilevano i cambiamenti elettrici nell’aria o nei gas liberati dalla terra.

I terremoti rappresentano un fenomeno improvviso. I sismologi non hanno modo di sapere precisamente quando o dove si verificherà il prossimo. Si stima che ogni anno, circa 500.000 terremoti si rilevano in tutto il mondo. Di questi, 100.000 possono essere sentiti dagli umani e 10.000 causano danni.

Uno dei paesi più colpiti dai terremoti è il Giappone, dove le devastazioni hanno causato la morte di innumerevoli vite ed hanno provocato seri danneggiamenti alle proprietà. I ricercatori hanno studiato a lungo gli animali, nella speranza di scoprire cosa sentono o avvertono prima delle scosse, allo scopo di usare quel senso come strumento di previsione.

I sismologi Americani d’altra parte sono scettici. Anche se ci sono stati casi documentati di strani comportamenti animali prima dei terremoti, la the United States Geological Survey, un ente governativa che fornisce informazioni scientifiche sulla terra, dichiara che un collegamento riproducibile tra un comportamento specifico e il caso di un terremoto non è mai stato fatto.

“Ciò che abbiamo non è altro che un sacco di aneddoti” afferma Andy Michael, un geofisico dell’USGS. “Gli animali reagiscono a molti stimoli, alla fame, alla difesa della loro territorio, desiderio sessuale, predatori ecc. Diventa quindi complicato realizzare uno studio controllato per ottenere quel segnale d’allarme anticipato”.

Negli anni ’70 l’USGS ha svolto alcuni studi sulla previsione animale “ ma non è venuto fuori nulla di concreto” dice Michael. Da allora, l’ente non ha svolto ulteriori indagini circa quella teoria.


Comportamenti errati nei Cani

Tuttavia i ricercatori sparsi nel mondo, continuano a perseguire l’idea. Nel Settembre del 2003, un medico giapponese ha fatto notizia con uno studio che indicava errati comportamenti nei cani, per esempio l’eccessivo abbaio o i morsi, come probabili segnali per prevedere i terremoti.

Ci sono stati inoltre, casi dove le autorità hanno previsto con successo un terremoto importante, basandosi in parte sulle osservazioni degli strani comportamenti animali. Per esempio, nel 1975 gli Ufficiali Cinesi ordinarono l’evacuazione di Heicheng, una città con un milione di persone, qualche giorno prima che si verificasse un terremoto di magnitudine pari a 7.3. Soltanto una piccola parte della popolazione rimase danneggiata o uccisa. Se la città non fosse stata evacuata, si valuta che il numero di morti e infortuni avrebbe potuto superare i 150.000.

L’avvenimento di Heicheng, è quello che ha dato alla gente la speranza che i terremoti potrebbero essere prevedibili, dice Michael, ed è quello che ha spinto l’USGS a condurre gli studi sul comportamento animale.

Più tardi è stato scoperto però, che una serie di lieve vibrazioni, chiamati foreshocks, si sarebbero registrati qualche tempo prima che il terremoto incombesse sulla città.

“Fu la sequenza di quelle vibrazioni che permise agli Ufficiali Cinesi di prevedere il terremoto” afferma Michael.

Nonostante questo, i cinesi hanno continuato a vedere nel comportamento animale un valido sussidio per la previsione dei terremoti. Hanno avuto molti notevoli successi ed anche alcuni allarmi falsi afferma Rupert Sheldrake, un biologo e autore dei libri intitolati “Dogs that Know When Their Owners Are Coming Home” and “The Sense of Being Stared At”.

Un collegamento tra il comportamento animale ed i terremoti potrebbe esistere, afferma Sheldrake, ma “come i Cinesi hanno scoperto, non tutti i terremoti provocano strani comportamenti negli animali, come altri. Solo attraverso la ricerca potremo scoprire perché potrebbero esserci tali differenze”.

Sheldrake condusse un proprio studio circa le reazioni anticipate degli animali prima dei terremoti più importanti, compreso quello di Northridge e quello della California e quelli avvenuti in Grecia e in Turchia nel 1999.

In tutti quei casi, afferma, si verificarono comportamenti particolari, compresi cani che urlavano nella notte misteriosamente, uccelli in gabbia che si agitavano e gatti nervosi che si nascondevano.

I geologi tuttavia smentiscono questo genere di segnalazioni, affermando che si potrebbe trattare ad esempio di “effetto di focalizzazione psicologico”, dove la gente ricorda strani comportamenti solo dopo che un terremoto o un’altra catastrofe sia avvenuta. Se non fosse accaduto nulla, continuano, la gente non avrebbe ricordato quegli strani comportamenti.


Segnalazioni di Strani Comportamenti

Sheldrake non è d’accordo. Lui afferma che simili tipologie di comportamento animale prima dei terremoti, sono state segnalate indipendentemente da gente di tutto il mondo, “trovo improbabile che tutte quelle persone abbiano avuto gli stessi scherzi di memoria”.

E’ necessaria una maggiore ricerca ed è sicuramente in ritardo, dice Sheldrake, che offra una linea interattiva o un sito web dove la gente si possa consultare o segnalare strani comportamenti nei loro animali. In questo modo un computer potrebbe analizzare i messaggi ricevuti per determinare da dove essi sono partiti. Un aumento improvviso di chiamate o e-mail da una regione particolare, potrebbe indicare un terremoto imminente.

Le informazioni potrebbero essere controllate per assicurarsi che le osservazioni non fossero state causate da circostanze diverse conosciute per influenzare il comportamento degli animali, come incendi o cambiamenti climatici. Inoltre, aggiunge Sheldrake, per evitare di pubblicare falsi allarmi, i dati potrebbero essere usati insieme ad altri dispositivi di controllo quali le misurazioni sismologiche.

“Un tale progetto, potrebbe catturare l’immaginazione di milioni di persone, incoraggiare la partecipazione alla ricerca in larga scala, ed essere divertente” afferma. “Quello che la ricerca richiederebbe, non sarebbe denaro, ma serietà e massima disposizione da parte di tutti”.


Origininale in lingua inglese di
Maryann Mott
for National Geographic News
November 11, 2003

Fonte: http://news.nationalgeographic.com

http://www.cinomania.net/approfondimenti/89-il-cane-percepisce-larrivo-di-un-terremoto.html