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giovedì 23 luglio 2009

I Mattoni della Scienza



I Mattoni della Scienza

IDEE CHIAVE DELLA SCIENZA
Come gli antichi affermavano, «nulla viene dal nulla» e se oggi la scienza e la tecnologia sono diventate protagonisti importanti della vita di tutti i giorni, lo si deve anche a tutte quelle osservazioni e riflessioni che, nei millenni, si sono accumulate di generazione in generazione fino a costituire un sapere, una cultura. infatti le idee sulle ali si basa l’edificio scientifico sono nate in un tempo assai lontano quando «gli amici della scienza», i filosofi, erano considerati gli unici depositari della verità.

«FARSI LE PULCI» A VICENDA
Un’abitudine degli scienziati, criticata dalla maggior parte della gente comune, è il rifiutarsi di dare risposte chiare a quelle che sembrano domande chiare.
Essi parlano di «scoperte preliminari» e di «necessità di ulteriori conferme» deludendo così i lettori o i telespettatori insoddisfatti che, in genere, si aspettano solo di sentire buone notizie circa l’efficacia di un nuovo farmaco o di avere informazioni sicure su oggetti stellari di nuova scoperta.
D’altro canto, gli scienziati, mentre non avrebbero problemi a dare giudizi sulle squadre di calcio o sui fatti politici del giorno, sono restii a dare conclusioni basandosi sui risultati dei loro esperimenti.

Il fatto è che la scienza è essenzialmente un’attività «sociale». L’immagine di pensatori solitari, che vivono in disparte, è molto diffusa.
Si pensa ad lsaac Newton, solo in un frutteto in campagna, che riflette sulla gravità o ad Albert Einstein, immobile su un ponte mentre guarda nell’acqua del fiume il riflesso dello spazio curvo, ignaro della folla che gli passa accanto.
Quest’immagine di solitudine, tuttavia, è falsa e incompleta. Le idee di un Newton o di un Einstein, come le scoperte e le invenzioni di altri ricercatori, per essere accettate devono essere verificate ed esaminate dalla comunità scientifica. La linfa vitale della scienza è un rigoroso atteggiamento critico.

È fondamentale che ogni esperimento sia riproducibile e che le condizioni in cui deve svolgersi siano chiaramente specificate, in modo che possa essere ripetuto senza errori.
Le ragioni di questa necessità sono essenzialmente due.
Innanzitutto gli scienziati sono esseri umani, con tutti i difetti degli esseri umani, compresa la volontà di ... imbrogliare il prossimo.

Fu Galileo a stabilire questi principi e per questo motivo viene considerato il fondatore della scienza moderna.

Così come esiste la disonestà nel mondo degli affari, allo stesso modo vengono occasionalmente alla luce esempi di ricercatori che hanno pubblicato dati non veritieri e il loro smascheramento avviene di solito quando altri scienziati non riescono a riprodurre le stesse scoperte.
Secondariamente, perfino una persona di indiscussa integrità può sbagliarsi: può, per esempio, interpretare male certi dati e pervenire a conclusioni sbagliate.

Consideriamo un biochimico che, con i suoi assistenti, stia studiando il modo in cui viene riprodotta la vitamina C nelle patate. Dopo aver condotto scrupolosamente una serie di prove, egli ritiene di avere dimostrato che le caratteristiche chimiche del terreno sono il fattore responsabile della produzione della vitamina C. Così egli pubblica i suoi risultati, insieme con le condizioni in cui svolgere gli esperimenti, e riporta le sue conclusioni. Ciò interessa altri due gruppi di ricercatori, che decidono di studiare lo stesso fenomeno e tentano di ripetere l’esperimento. Ma non riescono a confermare i risultati ottenuti dal collega e pubblicano dati discordanti. I tre gruppi allora si riuniscono, confrontano i dati e alla fine si rendono conto che il fattore che influiva sulla sintesi della vitamina C nel primo esperimento non era la sua maggiore o minore acidità (cioè il suo pH) ma un micronutriente minerale, la cui concentrazione seguiva parallelamente il pH di quel terreno. Lo stesso minerale era assente nel terreno usato dagli altri due gruppi. Il primo biochimico aveva tratto, del tutto in buona fede, una deduzione sbagliata, e il suo errore non sarebbe mai stato scoperto se altri non si fossero posti l’obiettivo di ripetere il suo esperimento.

Queste controversie possono durare tempi lunghissimi. Ci vollero, per esempio, 21 anni per condurre a termine una ricerca sull’esistenza di una serie di ormoni prodotti dal cervello che regolano diverse funzioni dell’organismo.
Che lo sperimentatore sia un giovane assistente o un premio Nobel, non fa differenza. Il lavoro di uno scienziato è credibile solo se può essere ripetuto da altri. La riproducibilità dell’esperimento è la garanzia della sua validità.

I MODELLI: COME CAPIRE LA REALTÀ SEMPLIFICANDOLA
Quando si parla di modelli si pensa di solito agli aeroplani e alle automobiline-giocattolo. Per gli scienziati e gli ingegneri questa parola rappresenta invece uno dei principi del metodo scientifico: i modelli aiutano a capire meglio come funzionano le cose.
In altre parole, i modelli scientifici forniscono una rappresentazione semplificata, ma realistica, della realtà. Perciò non sono soltanto ricostruzioni in scala ridotta fatte di legno, plastica o metallo, ma possono anche essere rappresentazioni simboliche, sotto forma di diagrammi o di formule matematiche.

Per esempio, la mappa della metropolitana di Milano è un modello che semplifica (e altera) l’aspetto geografico della città perché si limita ad indicare il più chiaramente possibile come raggiungere il luogo desiderato.
Allo stesso modo, lo schema di un circuito telefonico è un modello in cui viene omessa ogni descrizione dei componenti tecnici, così da mettere in evidenza il ruolo fondamentale dei vari pezzi che compongono il sistema.
E ancora: il modello del pubblico di un auditorio (anch’esso in scala ridotta), impiegato per provarne l’acustica, serve soltanto a rappresentare l’effetto acustico delle onde sonore sul corpo umano. Per questa ragione i modelli che fungono da spettatori non devono necessariamente avere l’aspetto di persone in carne e ossa.
Il modello del Concorde, invece, è esattamente uguale all’originale perché il suo scopo è quello di determinare le caratteristiche aerodinamiche del prototipo.
Gli ultimi due esempi si riferiscono a modelli usati nel campo dell’ingegneria; la loro funzione primaria è quella di studiare alcune caratteristiche particolari del prodotto, prima di passare alla costruzione del prototipo a grandezza naturale. Questi modelli permettono di scomporre un problema complicato in una serie di problemi più piccoli e più facilmente affrontabili.

Nella scienza invece - che come è noto differisce dalla tecnologia - i modelli sono soprattutto strumenti concettuali che consentono di spiegare certi aspetti del mondo fisico. Quindi anche una teoria scientifica è un modello; ma siccome una teoria tende sempre a semplificare la realtà, capita di rado che, alla fine, la realtà corrisponda esattamente a quanto previsto dai modelli, per accurati che siano.

Inoltre un modello può essere perfetto in certe condizioni e pessimo in altre; per esempio, il modello della relazione tra pressione, volume e temperatura di un gas va benissimo se quest’ultima è sufficientemente elevata. Ma a temperature vicine al punto di liquefazione del gas il modello è meno preciso e la sua precisione diminuisce proporzionalmente alla temperatura. Tale modello verrà allora definito "non valido" e bisognerà cercarne un altro.

Gli scienziati costruiscono l’immagine del mondo sulla base di questi modelli. Ciò non significa che essi «credano» ciecamente nei loro modelli. Anzi, ogni modello, come ogni teoria scientifica, è sempre considerato provvisorio, in attesa di uno migliore.

Ma non sono solo gli scienziati e gli ingegneri a usare i modelli per chiarire il loro pensiero: Io facciamo tutti.Ciò che è essenziale avere sempre presente è che ogni modello costituisce una semplificazione; anche un mappamondo è una rappresentazione del mondo, un modello globale e nessuno deve pretendere di ritrovarvi la torre di Pisa o le piramidi d’Egitto.

Un errore da evitare è quello di considerare il modello come una sfera di cristallo per prevedere il futuro; semmai, esso è una sfera di cristallo per cambiare il futuro.
Esso non ci dice quello che avverrà perché così è scritto da qualche parte; ci dice quello che sicuramente avverrà se noi non interveniamo: cioè, se non cambiamo modello.

Occorre anche osservare che con la parola "Teoria" non si vuole indicare una qualunque congettura, tale che una vale l'altra, ma un modello ragionato, plausibile e realistico, basato su dati di fatto verificati.
E' inoltre importante che la teoria sia corredata da un apparato matematico, che permetta di calcolare rigorosamente il comportamento.
Per alcune branche della scienza (es. fisica) questo è possibile (e doveroso) mentre per altre (es. psicologia) non lo è o lo è in misura minore (es. medicina, economia).
Per queste ultime occorre pertanto raddoppiare le cautele nell'utilizzo delle conclusioni raggiunte.
Si deve osservare anche che per queste ultime c'è più spazio per opinioni personali ed è quindi possibile il fiorire di differenti "scuole di pensiero", mentre per le prime generalmente no, poichè i risultati espressi in forma rigorosamente matematica sono inconfutabili.

QUALCHE ALTRA RIFLESSIONE SULLE TEORIE SCIENTIFICHE
Per poter parlare della natura dell’universo e discutere problemi del tipo se ci sia stato un inizio dell’universo e se e quando ce ne sarà una fine, occorre avere ben chiaro che cosa sia una teoria scientifica.

Una teoria
per essere una buona teoria scientifica
deve soddisfare due richieste:
1. descrivere con precisione una grande massa di osservazioni sulla base di un modello contenente solo qualche elemento arbitrario;
2. fare predizioni ben definite sui risultati di future osservazioni.

Per esempio, la teoria di Aristotele che ogni cosa fosse composta da quattro elementi - terra, acqua, aria e fuoco - era abbastanza semplice per poter essere presa in considerazione ma non faceva alcuna predizione ben definita.
D’altra parte la teoria della gravitazione di Newton si fondava su un modello ancora più semplice, in cui i corpi si attraevano l’un l’altro con una forza che era proporzionale a una quantità, chiamata la loro massa, e inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra loro.
Eppure questa teoria predice con un alto grado di precisione i moti del Sole, della Luna e dei pianeti.

Qualsiasi teoria è sempre provvisoria; in fondo, a ben pensare, anch’essa è solo un’ipotesi: una teoria non può cioè mai essere provata in modo definitivo e indiscutibile.
Anche se i risultati di molti esperimenti si sono dimostrati in accordo con una teoria, non si può mai essere sicuri di non ottenere la prossima volta un risultato che la contraddica.
D’altra parte si può confutare una teoria trovando anche un solo risultato che sia in disaccordo con le sue predizioni.

Ogni volta che nuovi esperimenti forniscono risultati in accordo con le predizioni, la teoria sopravvive e la nostra fiducia in essa aumenta; ma se troviamo una nuova osservazione che non si concilia con le predizioni, dobbiamo abbandonare o modificare la teoria.
Questo, almeno, è quanto dovrebbe accadere, ma si può sempre mettere in discussione la competenza della persona che ha eseguito le osservazioni.

In pratica, spesso accade che una nuova teoria sia in realtà solo un’estensione della teoria precedente. Per esempio, osservazioni molto precise sul pianeta Mercurio rivelarono una piccola discrepanza fra il suo moto orbitale e le predizioni della teoria della gravitazione di Newton.
La teoria generale della relatività di Einstein prediceva questo moto, leggermente diverso da quello annunciato dalla teoria di Newton. Il fatto che le predizioni della teoria di Einstein fossero in accordo con le osservazioni, mentre quelle della teoria di Newton risultassero inesatte, fu una conferma della nuova teoria.
Noi oggi continuiamo però a usare ai fini pratici la teoria di Newton perché nelle condizioni e nelle situazioni in cui normalmente si ricorre a tale teoria, la diversità tra ciò che Newton aveva sostenuto e ciò che gli attuali scienziati affermano è del tutto trascurabile.

Uno degli scopi principali della scienza attuale è proprio quello di riuscire a trovare una teoria completa e soddisfacente che descriva l’intero universo.
In fondo, se ci si pensa bene, fino dall’alba della civiltà l’uomo si è posto queste stesse domande. Chissà che non possiamo essere testimoni delle risposte che si aspettano!


http://www.geocities.com/codadilupo_2000/MS.htm

mercoledì 22 luglio 2009

TEST SALIVA PREDICE RISCHIO PARTO PREMATURO

TEST SALIVA PREDICE RISCHIO PARTO PREMATURO
AGI) - Londra, 22 lug. - Un semplice test della saliva potrebbe contribuire a ridurre le nascite premature potenzialmente pericolose. Il test, messo a punto al King's College di Londra, individua le donne incinte che potrebbero far nascere prematuramente il loro bambino attraverso la misurazione dei loro livelli di progesterone, l'ormone che aiuta a fermare le contrazioni del grembo prima del termine di 40 settimane. Le donne con un basso livello di ormone sono quelle a rischio di partorire con piu' di sei settimane di anticipo. Grazie al test, sono convinti gli scienziati, si potranno ridurre le nascite premature, prima delle 37 settimane di gestazione, che sono piu' a rischio di complicanze mediche, difficolta' di apprendimento e altri handicap. Le donne che attraverso il semplice test della saliva risulteranno piu' a rischio potranno essere monitorate con piu' attenzione e aiutate, se necessario, con robuste dosi supplementari di ormoni. "La saliva e' facile da raccogliere - spiega il capo dei ricercatori Lucilla Poston del King's College di Londra - non vi e' alcuna necessita' di un ago o di un campione di sangue e sarebbe meraviglioso se, in futuro, potremo chiedere a una donna incinta di darci solo un piccolo campione di saliva per sapere se rischia una nascita prematura". I ricercatori del King's College di Londra hanno analizzato i campioni di saliva di 92 donne tra le 24 e le 34 settimane di gravidanza. Le future mamme erano state identificati come a rischio di parto prematuro per aver avuto precedenti aborti, nascite premature o infezioni. I livelli di progesterone sono risultati inferiori nella saliva delle 12 donne che hanno partorito prematuramente. Lo studio e' stato pubblicato nel BJOG: An International Journal of Obstetrics and Gynaecology.

http://salute.agi.it/primapagina/notizie/200907221143-hpg-rsa0011-test_della_saliva_predice_rischio_parto_prematuro

Febbre suina, verso vaccino per 15,4 mln di italiani

Esteri
"Nessun limite ai viaggi perché di scarso impatto. Serve puntare su sorveglianza e corretta gestione dei casi"
Febbre suina, verso vaccino per 15,4 mln di italiani tra 2-27 anni. Welfare: acquistate 48 mln di dosi

ultimo aggiornamento: 22 luglio, ore 17:50
Roma (Adnkronos Salute) - Il ministro del Welfare Sacconi intervenendo al Question Time alla Camera: "I primi a essere vaccinati, entro la fine del 2009, saranno il personale sanitario e i soggetti a rischio per patologie". In totale, compresi bambini e i ragazzi, sarebbero immunizzate circa 24 milioni di persone , più di un terzo di connazionali. Al via in Australia i primi test di sperimentazione sull'uomo. Il commissario Ue: "In estate più casi visti i maggiori flussi turistici"


Roma, 22 lug. (Adnkronos Salute) - Le autorità sanitarie italiane stanno considerando di vaccinare anche 15,4 milioni di italiani tra i 2 e i 27 anni contro il virus H1N1. "La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario -ha precisato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenendo oggi al Question Time alla Camera- che dovrà assistere i malati, e ai soggetti a rischio per patologie: per un totale di 8,5 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono più facilmente suscettibili di tale infezione, e quindi potenziali serbatoi di diffusione, si sta considerando di vaccinare anche la fascia di popolazione, 15,4 milioni di soggetti tra 2 e 27 anni da gennaio 2010".




Dunque in totale, se venissero immunizzati anche i bambini e i ragazzi, si tratterebbe di vaccinare circa 24 milioni di persone nel Paese, più di un terzo degli italiani. Non a caso, il ministro Sacconi ha detto che "un ciclo vaccinale è costituito da 2 dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico dalla fine di novembre a gennaio 2010".

Sacconi fa sapere anche che in Italia è previsto un aumento di casi "ma non desta particolare preoccupazione. Sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera dell'influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati, e per la ricerca dei contatti". Insomma, i filtri per tenere il virus A/H1N1 lontano dalla Penisola finora hanno retto. "In Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di nuova influenza a 320, di cui solo 4 non legati a viaggi. In Europa - ha aggiunto - sono 17.181 di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna".

E ci tiene a precisare che sull'apertura delle scuole non c'è stato nessun dissenso nel Governo, tornando sulle dichiarazioni del viceministro alla Salute rilasciate qualche giorno fa, a cui sono seguite molte polemiche. Poi ricorda che contro la diffusione dell'influenza A "l'Oms non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione dei viaggi internazionali", misure che hanno "scarso impatto sulla diffusione dell'infezione".

Intanto sono partite le prime sperimentazioni sull'uomo per testare il vaccino. A dare il via ai test è l'Australia, uno dei Paesi più colpiti dal virus H1N1 con oltre 14.700 contagi e 41 vittime all'attivo. Due aziende biotecnologiche, la Vaxine e la Commonwealth Serum Laboratories (Csl), hanno iniziato le sperimentazioni su 540 volontari adulti.

A indurre il governo di Canberra a correre rapidamente ai ripari, il fatto che nel Paese sia ormai alle porte la stagione dell'influenza tradizionale, il che potrebbe 'incattivire' il virus H1N1 rendendolo maggiormente aggressivo. Intanto le due aziende stanno testando il vaccino somministrandone una dosa singola ad alcuni e una doppia ad altri volontari: obiettivo determinarne i dosaggi. In seconda battuta, ovvero nei primi giorni di agosto, inizieranno le sperimentazioni sui bambini. Ci vorranno sette mesi prima che i test vengano completati, ma la Csl ritiene che i primi risultati saranno sufficienti per iniziare le vaccinazioni gia' in ottobre.

Dal canto suo l'Ue ha fatto sapere che il numero di persone contagiate dalla nuova influenza A aumenterà nel corso dell'estate. Ad affermarlo il commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou, invitando i cittadini europei a mantenere la calma e restare vigilanti. "Ci aspettiamo che il numero dei contagi registrerà un aumento durante il periodo estivo, visti i maggiori flussi turistici", ha detto Vassiliou nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, aggiungendo: "Temiamo inoltre che in autunno la normale influenza stagionale possa unirsi alla pandemia aumentando la mortalità". In ogni caso, ha spiegato ancora il commissario, "ai cittadini europei dico che si devono sentire sicuri perché saranno informati. Bisogna mantenere la calma e restare vigilanti perche' nessuno di noi sa come questo virus evolvera'".

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/?id=3.0.3570777537

ASTRONOMIA: ASTEROIDE SI SCHIANTA SU GIOVE

Scienza

Asteroide grande quanto la Terra si schianta su Giove, la scoperta è di un astrofilo
22 luglio 2009. Un astronomo dilettante australiano di un villaggio a nord di Canberra ha fatto una rara scoperta due notti fa che ha elettrizzato gli scienziati della Nasa. Il programmatore di computer Anthony Wesley, di 44 anni, ha catturato con il suo telescopio da 37 cm montato in giardino immagini della zona di impatto di una massiccia cometa o asteroide, di dimensioni simili alla Terra, entrato in collisione con il pianeta Giove. "Mi ci è voluto del tempo per rendermi conto che una macchia scura che ruotava nelle nubi di Giove era in realtà l'impatto di una collisione, la prima ad essere vista dagli astronomi da quando la cometa Shoemaker si schiantò sul gigante gassoso nel 1994.
La scoperta è stata confermata dalla Nasa, l’agenzia spaziale statunitense, che ha potuto verificare la segnalazione avvalendosi di un potente telescopio a raggi infrarossi situato nelle Hawaii. Le immagini mostrano la zona dell’impatto, una "cicatrice" nera vicino al Polo Sud del pianeta, con gas visibili in immagini a infrarossi e detriti più a nord ovest.
Gli scienziati della Nasa sono al lavoro per studiare le immagini e condurre ulteriori osservazioni. “È molto singolare - ha commentato l’astronomo Glenn Orton della Nasa a capo delle osservazioni - che la scoperta sia avvenuta lunedì quando ricorreva sia l’anniversario dello sbarco sulla Luna che l’anniversario dell’impatto dei frammenti della cometa Shoemaker-Levy 9 sulla superficie di Giove”.

http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/09/07/astronomia_asteroide_su_giove_555.html

ASTRONOMIA: ECLISSI TOTALE IN ASIA

» 2009-07-22 17:10
Asia nel buio per eclissi totale
Entusiasmo per l'evento ma anche delusione per il maltempo
(ANSA) - SHANGHAI, 22 LUG - Tanto entusiasmo ma anche paura e non poca delusione a causa del maltempo oggi in Asia per l'eclissi di sole piu' lunga del 21/o secolo. Dai villaggi dell'India del nord al Bangladesh, dal Nepal alla metropoli di Shanghai sulla costa orientale della Cina, la gente ha guardato, ballato, ha accompagnato con urla e applausi lo sparire e riapparire del sole. Lo straordinario spettacolo secondo gli astronomi non si ripetera' almeno per i prossimi 120 anni.




http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2009-07-22_122382415.html